Colloquiavano in codice i pusher, e lo dovevano fare anche i clienti quando effettuavano gli ordini. E mai - sia gli uni, sia gli altri - dovevano fare riferimento diretto alle sostanze stupefacenti. E' emerso anche questo dall'indagine dei carabinieri di Sorrento che all'alba di oggi hanno "neutralizzato" una ramificata banda di spacciatori che faceva lauti affari vendendo droga nei comuni della Costiera sorrentina. Complessivamente il gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura (il sostituto procuratore Emilio Prisco e il procuratore Nunzio Fragliasso) ha emesso 33 misure cautelari, 32 notificate stamattina, l'ultima poco fa.

I militari dell'arma - durante gli accertamenti - sono riusciti a decriptare e compilare "il vocabolario dello spaccio" grazie a una attenta disamina delle conversazioni intercettate: "pizza cotta" o "pizza cruda" venivano utilizzate, per esempio, per indicare, rispettivamente, il "crack" e la "cocaina". Non solo. Per indicare una pistola usavano la parola "trapano", mentre con la frase "è sfiatata la coca cola" si lanciava l'allarme: significava che c'era pericolo per la presenza di carabinieri nei paraggi. Anche con la parola "cucinato" si indicava il crack, invece con la parola "minuti" si indicavano gli euro: per esempio "40 minuti di cucinato" significavano 40 euro di crack. In alcuni messaggi venivano utilizzate anche solo alcune lettere dell'alfabeto: "T" per indicare droga da "tirare", la cocaina, mentre con la "F" lo stupefacente da fumare, come la "marijuana". Nel corso dell'attività investigativa i militari dell'arma hanno individuato ben cinque gruppi di spacciatori: quelli di Vico Equense, Castellammare di Stabia-Spiaggia, Boscoreale, Castellammare di StabiaTavernola e quello di Torre Annunziata.

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