Torre Annunziata/Trecase. Traffico di droga tra l’Olanda, il Sudamerica e l’Italia. Lo gestiva Pasquale Fiorente, 38 anni, il narcos latitante di Trecase che di strada ne ha fatta e viveva a Valencia, con l’aiuto del fratellino Alessandro e la complicità di alcuni addetti al Porto di Salerno e allo Scalo di Fiumicino. Tra il 2012 e il 2014 gli investigatori hanno posto sotto sequestro 93 chili di cocaina e 930 chili di hashish tra gli aeroporti di Fiumicino e Milano Malpensa.

I pm della DDA di Napoli, Pierpaolo Filippelli e Giovanni Conzo, hanno già chiesto in requisitoria al gup del Tribunale di Napoli, Umberto Lucarelli, la condanna a dieci anni di reclusione per i torresi Adriano Manca (36 anni, genero del boss Vincenzo Gallo Battipaglia del clan dei ‘Cavalieri’) e Alberto Lubrino (34 del rione Penniniello di Torre Annunziata).

Il primo, che nel 2013 si nascondeva nel retrobottega di un bar a Torre del Greco, per l’accusa era il vero intermediario del broker della droga di Trecase. Manca conosceva persone ‘importanti’ al porto di Salerno. Per questo serviva all’organizzazione criminale di narcos che coi contatti avviati da Fiorente, in Venezuela, trasferiva anche a bordo di navi in Campania la cocaina poco prima stoccata a Roma.

Lubrino era invece un ‘pesce piccolo’ dell’associazione sgominata il 13 marzo 2014 anche con l’arresto a Fiumicino di Federica Gagliardi. La ‘Dama bianca’ della delegazione italiana del G8 2010 di Berlusconi, fermata all’aeroporto di ritorno da Caracas con 24 chili di cocaina al seguito. Dal fermo eccellente dell’ex collaboratrice del direttore generale della Regione Lazio, Salvatore Ronghi,  partirono le indagini concluse a gennaio scorso con i 28 arresti eseguiti dai militari della Guardia di Finanza di Napoli e dai poliziotti della questura di Frosinone.

Il torrese Alberto Lubrino è accusato ‘solo’ di aver consegnato la cocaina a Terragona al corriere della droga Salvatore Montella (15 anni di galera la richiesta avanzata dai pm per quest’ultimo). Manca e Lubrino sarebbero stati incastrati dalle migliaia di intercettazioni telefoniche dell’antimafia e da alcuni servizi di messaggeria ‘PIN-to-PIN’ sui palmari BlackBerry.

In una di queste conversazioni, in particolare, ci sarebbe la traccia dei contatti tra Pasquale Fiorente e Manca: «entra in internet e parliamo» - riferisce il broker – che poi chiede a Manca se ha i documenti validi per l’espatrio e riesce a raccogliere 50 mila euro per un viaggio in Sudamerica.

Gli avvocati di Lubrino e di Manca, Giuseppe De Luca e Roberto Cuomo, hanno chiesto in tribunale l’assoluzione per entrambi: “Quadro indiziario scarso” – hanno ribadito al gup di Napoli Lucarelli - . I difensori dei due torresi, a processo in abbreviato con altri 25 presunti complici di Pasquale Fiorente, hanno contestato soprattutto la mancanza di riferibilità oggettiva della messaggistica ‘PIN-to-PIN’ al cellulare di Manca.

A breve la sentenza. La pubblica accusa ha invocato 308 anni di carcere complessivi. La richiesta più alta, 23 anni di reclusione, per Alessandro Fiorente. Il fratello piccolo di Pasquale è accusato di essere il braccio destro del narcos latitante di Trecase.

 

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