Il suo nome è stato principalmente legato a quello dei suoi due fratelli, Giovanni e Roberto Scognamiglio, trucidati nella loro casa in un agguato la sera del 30 maggio 2014. Oggi, invece, quello di Massimiliano ritorna nell’ambito di una vasta inchiesta, diretta dal pm Silvio Pavia, che vede coinvolte 29 persone per i reati di spaccio e produzione di sostanze stupefacenti. I fatti contestati sono avvenuti tra il 2010 ed il 2011.

Nello specifico, l’uomo di Torre Annunziata è accusato della violazione degli articoli 73, comma I, e 81 del codice penale: reato continuato di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, nel periodo che va da settembre a novembre del 2010. Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire 24 episodi che vedono Massimiliano rifornire di cocaina alcune persone.

Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare delle memorie difensive o chiedere al pubblico ministero di essere ascoltati o sottoposti ad interrogatorio.

IL DUPLICE OMICIDIO SCOGNAMIGLIO. Nella notte tra il 30 ed il 31 maggio del 2014 un commando ha fatto irruzione nella villetta degli Scognamiglio e colpì, uccidendoli, Giovanni e Roberto. I due fratelli, di 42 e 26 anni, entrambi pregiudicati, morirono per i diversi colpi di arma da fuoco. A nulla valse il trasporto in ospedale del primo che è deceduto appena giunto al Loreto Mare. Per Roberto, invece, non c’era stato nulla da fare.

Le indagini, fin dal primo momento, si concentrarono su Andrea Gallo che, nella stessa notte, fu portato all’ospedale di Boscotrecase con ferite di arma da fuoco.

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