Antonio Ercolano, Vigile in servizio al Comune di Torre Annunziata, ricopriva un ruolo "assolutamente non marginale" all'interno dell'organizzazione dedita al traffico di stupefacenti nelle piazze di spaccio attive a Largo Genzano, Largo Grazie ed al Parco Apeca di via Roma. Così è scritto nell'ordinanza del GIP del Tribunale di Napoli che, accogliendo le richieste del PM, ha ordinato ieri i 14 arresti con i quali, dopo lo sgombero di Palazzo Fienga, è stato inflitto un altro durissimo colpo al clan Gionta. Clan che controllava lo spaccio della droga, proveniente dall'Olanda, per garantire anche uno "stipendio" ai suoi affiliati.

Ercolano, secondo gli inquirenti, avrebbe addirittura coadiuvato insieme a sua moglie il figlio Luigi, anch'egli in carcere, nelle consegne agli acquirenti e nella custodia della droga. Ad inchiodare il Vigile di Torre Annunziata alcune chiare intercettazioni telefoniche. Frasi come "la mamma non ci stà?"..."va bene ti prendi le chiavi dal padre" dimostrerebbero per l'accusa la disponibilità talvolta, in capo al Vigile, delle chiavi del magazzino usato per nascondere la marijuana.

Se Rosa Marciano, pure lei indagata e moglie del Vigile, insomma, non c'era, il figlio Luigi parlava direttamente col papà: "...che volevo dire, passo per di là, quella cosa che lei mi dà tutte le sere, me la cali" è un altro stralcio che dimostrerebbe il coinvolgimento dell'Ufficiale torrese in alcuni episodi di spaccio. Spaccio che avveniva in prevalenza la sera, dopo lunghi accordi tra i protagonisti via telefono.  

 

 

 

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