TORRE ANNUNZIATA. Spaccio di droga nei vicoli del degrado, soprattutto cocaina e canapa indiana al rione “Murattiano”, dove 11 persone – per gli esiti della maxi-inchiesta coordinata dal pm della Procura della Repubblica oplontina, Rosa Annunziata – avevano eretto a vario titolo un vero e proprio “quartier generale”, controllato pure con “ricetrasmittenti” per comunicare a distanza.

Apparecchi rudimentali, ma efficaci: servivano ad avvisare i pusher dei possibili blitz delle forze dell’ordine. Nel quartiere, da sempre controllato dal clan “Gallo-Cavalieri”, le vedette (anche minorenni del “Cuparella”) gridavano “Ettore-Ettore”: un chiaro messaggio a chi spacciava, pronto a scappar via al minimo segnale

L’INCHIESTA. L’indagine, grazie all’uso di intercettazioni telefoniche e ambientali, ha coinvolto inizialmente 14 persone, 3 delle quali minorenni. Tutto nato da una rapina, messa a segno dal pregiudicato torrese Antonio Calderino con un complice mai identificato. Era il 4 luglio 2012, Pompei. In sella ad uno scooter “Piaggio” Calderino (ora in carcere a Civitavecchia), nascosto dietro un casco con visiera, puntò una pistola contro la sua vittima: una catenina d’oro con il crocifisso fu il bottino di giornata.

Dopo la denuncia per rapina aggravata, l’avvio di un’inchiesta più ampia: la Polizia di Pompei cercava il complice di Calderino, ma pochi giorni dopo trovò a Boscoreale una Beretta “Bravet” calibro 7,65 con matricola abrasa e 53 cartucce, che per l’accusa il pregiudicato (alla sbarra oggi anche per armi e ricettazione) nascondeva illegalmente con suo padre (coinvolto solo in diverso processo) nel bagagliaio di una "Lancia Y". Per gli inquirenti, la traccia giusta da seguire per scovare ulteriori attività illecite.

IL PROCESSO. Due anni e fiumi di intercettazioni dopo, la scoperta di un presunto ‘neo-gruppo’ pronto ad alimentare la piazza di spaccio del quartiere “Murattiano”. Per questo, sono in tutto 11 le persone finite alla sbarra dinanzi al gup Antonello Anzalone del Tribunale di Torre Annunziata. Tra i reati contestati manca l’associazione: solo episodi singoli e documentati di cessione di dosi. Ieri in udienza i legali di 10 imputati (molti residenti in via Sambuco e via Fortuna, e difesi dagli avvocati Luciano Bonzani, Ciro Ottobre e Vincenzo Salomone) hanno tutti annunciato il ricorso al rito abbreviato, sperando nello sconto fino a un terzo della pena. 

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