TORRE ANNUNZIATA. Il 27 novembre 2012, Francesco Fiorillo (“l’ingegnere” scarcerato ieri dopo una condanna a 6 anni per droga, vedi link correlato) riuscì a sfuggire alla retata “Biancaneve”. Il “principe dello spaccio” di via Giardino si costituì pochi giorni dopo una latitanza-lampo in provincia.

“BIANCANEVE”, LA DROGA COI MINORENNI. Per le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata (agli ordini del colonnello Carmine Virno) Fiorillo era a capo di un gruppo di almeno 29 persone che, ritenuto vicino ai Gionta, assoldando donne e 6 minorenni riusciva a gestire il business della cocaina (la “neve”) nelle piazze del quartiere murattiano.

Ben 127 gli episodi di spaccio documentati tra il 15 giugno e il 19 ottobre 2012, quasi tutti con l’ingegnere 31enne protagonista. Tra i baby-pusher c’era anche una 14enne, ribattezzata Biancaneve: padre in carcere e madre incinta. I ragazzini erano impegnati non solo come vedette, ma sostenevano il servizio di pony-express della droga. L’inchiesta colpì nomi eccellenti, come quello di Salvatore Onda, il figlio del killer di camorra Umberto. A soli 19 anni, gli inquirenti gli contestarono 106 episodi di spaccio, tutti nella piazza individuata tra via Sambuco e via Fortuna. 

LE INTERCETTAZIONI. I clienti che arrivavano a Torre Annunziata avvertivano i "capi" con uno squillo: e le baby-vedette davano il via libera. “Bottiglie”, “caffè”, “orate” e “magliette”, viaggiavano sugli scooter in città. Erano i nomi in codice per confondere gli investigatori, che intercettavano le chiamate. L’inchiesta partì da una telefonata anonima al centralino della Guardia di Finanza alle 15.35 del 31 gennaio 2011. “In via Giardino si spaccia”, da lì le indagini. Al civico 56 c'era un palazzo vecchio, quasi un rudere: la “cabina dello spaccio”, che forse serviva anche ai clienti per consumare le dosi. Era il “regno” di Francesco Fiorillo: un letto, un comodino, un frigorifero e un monitor.

Foto da archivio storico LoStrillone.tv


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