Astuti, al punto da capire quando ormai uno dei componenti del ‘giro’ era eccessivamente compromesso agli occhi degli investigatori e sostituirlo per un po’, così da aggirare le indagini. E’ uno degli aspetti più interessanti riscontrato dai carabinieri nel corso delle indagini sulle dodici persone indagate per concorso in spaccio di stupefacenti. La decisione di allontanare qualcuno dagli affari spettava ai Nappo – i fornitori -, di solito c'era una convocazione in un posto affollato e in quella circostanza veniva ritirato il kit dei telefoni e delle utenze, per consegnarlo poi a chi subentrava nelle attività illecite.

Uno di questi specifici summit fu convocato in un centro commerciale di Scafati, al Plaza, dove i Nappo ritirarono il kit dalle mani di Emanuele Tangreda per affidarlo a Giuseppe Oscar, evitando così che i carabinieri continuassero a raccogliere elementi su Tangreda e sulla sua attività legata ad altre persone. La successione era immediata, non appena un nuovo componente si appropriava dei telefoni e delle utenze, entrava direttamente in contatto con gli acquirenti, i quali comunicavano con i pusher proprio attraverso quei numeri.

Un espediente innovativo che ha permesso ai vari componenti del giro di proseguire le attività senza mai attirare troppo l'attenzione delle forze dell'ordine, proprio per la regolarità con la quale venivano messi ‘in panchina’ i soggetti più attivi in quel periodo e quindi esposti alle indagini.

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