Duplice omicidio volontario e guida in stato di ebrezza contromano in tangenziale: il gip del Tribunale di Napoli, Rosa De Ruggiero, ha fissato al prossimo 26 aprile il via al processo a carico di Aniello Mormile. Il 28enne dj, per il pm della Procura partenopea Salvatore Prisco, uccise lo scorso 25 luglio e con una manovra kamikaze la sua giovane fidanzata, Livia Barbato (22, di Fuorigrotta), e l’imprenditore Aniello Miranda.

Il violentissimo impatto si verificò all’altezza dell’imbocco di Agnano. Mormile, a bordo della sua Renault Clio, invertì il senso di marcia, percorrendo diversi chilometri prima di schiantarsi contro l’auto che procedeva nel senso giusto: una Fiat Panda, guidata da Aniello Miranda, l’imprenditore 48enne di Santa Maria La Bruna che alle 4:35 del mattino andava fare il suo lavoro.

Miranda era titolare di una ditta individuale di commercio all'ingrosso “di prodotti alimentari, bevande e tabacco" e tra i suoi maggiori fornitori figurava l'azienda Yma-Latte, con stabilimento principale a Pignataro Maggiore, nei pressi di Caserta. L’imprenditore aveva due figli giovanissimi, di 16 e di 18 anni. I suoi familiari, assistiti dall’avvocato Ciro Ottobre (del foro di Torre Annunziata), sono pronti a costituirsi parte civile all’esito di una scontata udienza preliminare. La stessa scelta sarà fatta dai genitori della povera Livia, assistiti dal legale Andrea Raguzzino.

Udienza della quale oggi c’è la data. E’ il 26 aprile, giorno in cui il giudice deciderà sulle sorti del deejay, ora in carcere a Poggioreale, e che ha spesso ribadito agli interrogatori di ricordare quasi tutto di quella tragica sera: dall’uscita dalla discoteca, fino all’accensione del motore della Clio per riaccompagnare a casa la sua fidanzata. Aniello Mormile, all’alba del 25 luglio, risultò positivo al test dell'etilometro.    

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