Ergastolo per i killer dei Gionta assoldati per la missione dei Birra e per i due mandanti della cupola di Resina. Ha deciso di chiedere la pena più dura per tutti, il pm della Dda Pierpaolo Filippelli, che poco fa ha invocato le richieste di condanna per i responsabili del massacro dei fratelli Manzo a Terzigno, processati con rito abbreviato.

Alla sbarra ci sono il super boss di Ercolano Giovanni Birra, il luogotenente Stefano Zeno,  i ‘cecchini’ dei Gionta che per una ripartizione di incarichi decisa dalle cosche alleate si occuparono del duplice omicidio: Alfonso Agnello e Giovanni Iapicca e infine il ras Pasquale Gionta. Per l’Arma furono i due cartelli criminali a decidere di collaborare per riscattare il boss Giovanni Birra, al quale avevano ucciso il cognato. Le ‘indagini’ interne al sodalizio della Cuparella, invece, convinsero il ‘padrino’ che a partecipare a quel delitto ci furono anche i Manzo, così, senza pensarci su troppo, il super boss chiese ai ‘valentini’ di aiutarlo in quella spedizione punitiva. In quel periodo, fra l’altro, i Manzo non erano nemmeno nella black list dei Gionta, al contrario, avevano collaborato con la cupola per le piazze gestite anche dai Chierchia. Un rapporto che fu sacrificato proprio per quel ‘patto’ stretto con gli ercolanesi, che necessitavano di un supporto logistico per uccidere sia i Manzo che il boss Antonio Papale (quel giorno si contarono ben tre vittime), sostenuti in quella circostanza anche dai Lo Russo di Napoli.  

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