Fuggiva dal 5 giugno Valentino Gionta jr. Da quando insieme al padre Aldo, il boss ‘poeta’ che sui pizzini gli scriveva di “imparare a sparare”, evitò il blitz che portò in cella 10 affiliati alla cosca storica di Torre Annunziata: quel clan oggi ferito e annientato dall’ultimo arresto eccellente.

Valentino si nascondeva in nemmeno 20 metri quadri. Una botola per non farsi ‘sgamare’, cui accedere da una porticina in alluminio, ricavata in un piccolo appartamento del centro storico alla Provolera. Il percorso per arrivarci è zeppo di immagini sacre. “Padre Pio” spunta ovunque. All’esterno, nell’androne del palazzo, in casa. Santini che stridono con l’associazione di stampo mafioso, la gestione del racket delle estorsioni, le armi. Tutte le accuse mosse a Valentino nella precedente ordinanza di custodia in carcere, cui era incredibilmente scampato con papà Aldo, arrestato invece il 16 agosto, a Pozzallo in Sicilia, nascosto dietro occhialini da insospettabile.

Il baby-boss  aveva con sé anche una copia del decreto di fermo emesso dalla DDA. Provvedimento che gli pendeva sul capo da giugno. I Carabinieri hanno fatto irruzione all’alba, trovando in casa una cassaforte e scoprendo un vero ‘bunker’ con ‘Gesù’ d’oro alle pareti, una chitarra classica ed un divano davanti alla tv. I militari di Torre Annunziata, oggi, hanno inferto l’ultimo decisivo colpo alla camorra in città. L’arresto di Valentino jr. chiude il cerchio. Tutti i Gionta, ora, sono in carcere. 

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'Era lui che guidava il clan'

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Arrestato Valentino Gionta Jr