Nella saletta della Libreria Libridine  di Portici, affollata di appassionati, ospite Maurizio de Giovanni, il noto autore napoletano di gialli per un incontro, quasi familiare, con un pubblico incuriosito e interessato ai  racconti dei suoi romanzi e del suo nuovo libro “Sara al Tramonto: chi è Sara Morozzi?” in libreria dal prossimo 10 aprile

Per l’amico di Camilleri, inevitabile occasione per raccontare alcuni aspetti della sua vita di scrittore, dalle origini fino alla passione per la narrazione tinta di giallo che lo ha portato a diventare uno nei più noti attuali e apprezzati romanzieri. Erano gli anni in cui de Giovanni era un giovane impiegato di Banca quando   partecipò, quasi per caso, a un concorso riservato a giallisti emergenti indetto da Porsche Italia presso il Gran Caffè Gambrinus, inventandosi un racconto ambientato nella Napoli degli anni trenta intitolato “I vivi e i morti”, nato dalla  visione improvvisa ma breve e intensa di una giovane ragazza apparsa dietro i vetri del Gambrinus.

Un’opera che dovette creare in 15 ore e 11 minuti che gli fece scoprire le sue enormi potenzialità e la sua passione per questo genere. De  Giovanni, napoletano doc, ha spiegato di avere iniziato a sviluppare la sua passione per i gialli all’età di 49 anni e spesso le sue opere si ambientano in una Napoli che egli descrive come un palcoscenico molto speciale dove ogni angolo, ogni vicolo, ogni monumento può diventare luogo di ispirazione e ambientazione per l’azione dei suoi personaggi. 

Il Commissario Ricciardi è forse il suo personaggio preferito: agisce nell’atmosfera  della Napoli anni ’30 ed è pure a Napoli che nel 2005 ambienta la serie de “I bastardi di Pizzofalcone”, ispirato all'87º Distretto con Alessandro Gassman nei panni del loro capo, Lojacono, la nota serie portata al successo sul piccolo schermo dalla RAI.

“Non sono molto interessato alle serie televisive - confessa de Giovanni -  non le guardo. Mi dispiace  quando scopro che  l’interesse attorno alle mie storie che fanno anche più di 7 milioni di spettatori, è più diretto alla parte televisiva che alla parte scritta. Ho scritto la seconda serie de ‘I Bastardi’, ma proprio oggi ho rifiutato di fare la terza serie entro giugno. Ho avvertito che non intendo partecipare al progetto per cui sarà una storia diversa. La produzione televisiva è al 95% ma spesso le decisioni sulla produzione le prende qualcuno che non ha letto minimamente l’opera. Non sono perciò  interessato, perdo un sacco di soldi ma ne guadagno in transaminasi”.

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