Alcuni lo definirebbero Emotional Dressing”, altri Dopamine Dressing”. Di cosa parliamo? Non soltanto di semplici “tendenze” ma piuttosto di un vero e proprio fenomeno che, assumendo diverse declinazioni, potremmo così descrivere: vestirsi assecondando l’umore; mostrarsi al mondo indossando, letteralmente, le proprie emozioni; darsi la giusta carica grazie ad un look grintoso.

Il Dopamine Dressing vede nei capi d’abbigliamento dai colori vitaminici e negli outfit “giusti” un potere dal quale far derivare una sensazione di benessere psicofisico ed una maggiore sicurezza nell’affrontare l’ambiente esterno. La definizione si rifà al termine dopamine (dopamina) ovvero la molecola che agisce, fra le altre, sulla sensazione di piacere, di benessere, di ricompensa; fondamentale, dunque, per il nostro quotidiano.

“L’Emotional Dressing” è, invece, quel modo di abbigliarsi seguendo il flow - il flusso - delle proprie emozioni, dei propri sentimenti.

È ampiamente dimostrato, difatti, che “il vestire” sia divenuto, ormai, un mezzo di comunicazione non verbale - spesso identitario - strettamente legato al modo di percepire ed esternare le proprie emozioni (dress feelings), in un determinato tempo o momento, della vita o della giornata.

Un’interessante ricerca dalla Parsons - School of Design, già alcuni anni fa, ha analizzato, attraverso un progetto di discussione tra partecipanti ed osservatori, “l’atto emozionale e sensoriale del vestirsi” indagando “i temi sensibili dell’immagine corporea, dell’identità, dell’auto-cura, della rappresentazione e del messaggio potenziale contenuto nell’abito”.

Ma passiamo ad un esempio concreto che potrà aiutarci a comprendere al meglio i due aspetti del fenomeno.

Pochi giorni fa al Salone del Libro di Napoli (NCL NapoliCittàLibro - Edizione 2023 - www.napolicittalibro.com ) abbiamo avuto modo di ascoltare lo speaker e conduttore radiofonico Gianni Simioli (RadioMarte e RTL 102.5) sul tema dei linguaggi, con particolare riferimento al legame fra la radio ed il suo potere comunicativo.

Ricca di interessanti spunti di riflessione,  l’intervista ha dato ampio spazio ai vari argomenti “trasversali” legati al tema. Non sono mancati, difatti, espliciti riferimenti al mondo del “fashion” ed al ruolo preponderante che occupa nella società odierna; alle potenzialità “dell’abito che fa il monaco”; alla capacità attribuitagli di far proprio uno stato d’animo o, ancora, di creare un’identità.

Il risultato dell’interessante dialogo fra Gianni, i relatori ed il pubblico presente in sala è stata, a nostro parere, un’autentica commistione fra Emotional e Dopamine, al pari di due facce della stessa medaglia.

Il conduttore, con un simpatico aneddoto, ha affermato - sorridendo - quanto spesso “i suoi nipoti rubassero dal suo armadio”. Vi chiederete il motivo. Ebbene il Simioli ha ammesso, in verità, in che misura adorasse vestire “teen”: sneakers, capi streetwear in tessuti morbidi, stile urban. Cosa avrà voluto comunicarci? Di certo una irrefrenabile voglia di vivere, grande grinta, personalità eclettica, spirito young. Senza dimenticare un tocco dopamine: sweater sgargiante nei toni del fucsia fluo, look vitaminico ed “un pieno” di energia!

Ci rivolgiamo adesso a voi, cari lettori, qual è il vostro rapporto fra abito ed emozioni? Scriveteci nei commenti!

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