Reddito di cittadinanza a 43 detenuti. Accusati di truffa allo Stato. La Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per circa 370mila euro - emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica - nei confronti di 43 persone, indagate per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Secondo gli inquirenti i destinatari del provvedimento cautelare - residenti nei comuni di Castellammare di Stabia, Gragnano, Lettere, Pimonte, Pompei e Vico Equense - sono risultati presenti all'interno di nuclei familiari percettori del "reddito di cittadinanza" sebbene al momento della domanda, o nel corso della erogazione del beneficio, fossero detenuti.

La normativa di riferimento, ossia l'articolo 3 comma 13 della Legge n. 26/2019, prevede che, nel caso in cui il nucleo beneficiario del sussidio in argomento abbia, tra i propri componenti, soggetti in stato detentivo, la relativa scala di equivalenza - ossia il parametro di riferimento utilizzato per determinare l'importo esatto del quantum spettante - debba essere ridotta, non dovendosi tener conto dei soggetti che si trovino nella predetta situazione.

Alla luce delle risultanze investigative emerse, rese possibili anche grazie ad un proficuo scambio informativo con la Casa Circondariale "Giuseppe Salvia" di Napoli — Poggioreale, è stata emessa la misura nei confronti dei soggetti coinvolti per l'importo indebitamente percepito, costituente l'ingiusto profitto.

Nel corso dell'esecuzione del provvedimento cautelare - curato dal medesimo Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata coadiuvato da militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, del I Gruppo Napoli e delle Compagnie di Castellammare di Stabia, Massa Lubrense e Torre del Greco - sono stati sottoposti a sequestro, allo stato, denaro contante e autoveicoli di proprietà degli indagati, per un valore stimato complessivamente in 96.500 euro.

Ulteriori disponibilità finanziarie sono in via di quantificazione sui rapporti bancari risultati riconducibili ai predetti percettori del reddito di cittadinanza, dei quali, tre sono tuttora detenuti in carcere e due sono agli arresti domiciliari.

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