Ercolano, 19enne segregata in casa per l'orientamento sessuale: tornano liberi i genitori
Non accettavano la relazione con un ragazzo transgender. Vittima chiusa in cameretta con i lucchetti alle finestre
11-03-2025 | di Redazione

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Scarcerati i due genitori di Ercolano arrestati con l'accusa di avere sequestrato e maltrattato la figlia 19enne per il suo orientamento sessuale. Il giudice ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari nei confronti della coppia, madre di 47 anni e padre di 43, che tenevano la figlia reclusa in casa per evitare che vedesse la compagna ventenne - la quale ha avviato un processo di transizione di genere - a cui da circa un anno è sentimentalmente legata.
Lo scorso weekend la ragazza era riuscita ad allontanarsi da quella situazione da incubo, scegliendo poi di vivere altrove con la compagna ventenne, malgrado la secca opposizione, le minacce e le percosse, anche con un bastone, dei genitori che la tenevano chiusa nella cameretta con i lucchetti alle finestre per impedirle di scappare. Più volte hanno cercato di costringerla via telefono a tornare e quando hanno capito che non l'avrebbero spuntata, hanno minacciato lei e la sua fidanzata di dare fuoco alla casa dove si trovavano. Prese dal panico le due hanno scelto di rifugiarsi nell'abitazione di una loro amica 15enne, a Sant'Antonio Abate, davanti alla quale però hanno trovato la coppia di genitori che tenevano sotto controllo gli spostamenti della figlia con un localizzatore gps installato sul suo cellulare.
La 19enne è stata prelevata di forza, tra le urla dei presenti, poco prima che la compagna lanciasse l'allarme ai carabinieri di Torre del Greco che, subito dopo avere visto l'accaduto dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, sono intervenuti nella vicina Ercolano, nell'appartamento dei genitori della ragazza che era stata segregata. Prima di entrare però hanno attivato le body-cam per registrare tutto. In casa c'erano cinque persone: la 19enne sul divano, in lacrime, disperata tra le braccia della nonna materna, i suoi genitori e uno zio, fratello della madre. Dopo avere raccontato la sua drammatica storia, la giovane, che fino a quel momento aveva sopportato tutto, ha deciso di presentare una denuncia, unico passo che le avrebbe consentito di difendere la sua libertà.
"Sono rimasti indifferenti anche alla minacce di suicidio", dice all'ANSA il maggiore Francesca Romana Ruberto, comandante dei carabinieri di Torre del Greco. "Ritenevano che quella ragazza fosse inadeguata - aggiunge l'ufficiale - avrebbero preferito passare 'un guaio' piuttosto che tollerare la relazione omosessuale". Alla figlia, infatti, avevano fatto capire che quella ragazza non faceva per lei in quanto senza un lavoro stabile ma poi, quanto l'impiego l'ha trovato, è venuto fuori che non accettavano la sua sessualità.
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