La Corte d'Appello di Napoli ha rigettato l'istanza del Ministero dell'Interno che chiedeva di sospendere l'ordinanza del giudice civile di primo grado che aveva riconosciuto a Giovanna Scudo, madre di Salvatore Barbaro, ragazzo ucciso dalla camorra per errore nel 2009 ad Ercolano, il diritto ad ottenere i benefici in danaro previsti dalla legge per le vittime innocenti della criminalità organizzata. Per i giudici di secondo grado, che hanno fissato per il 25 marzo 2022 l'udienza per discutere nel merito la questione, non sarebbe fondato, ad una prima valutazione, il ricorso cautelare del Viminale. Un successo importante per Giovanna Scudo, che ora potrà avere i benefici economici in attesa dell'Appello. Da anni, con il suo avvocato Giovanni Zara, Scudo combatte contro la burocrazia ministeriale, che continua a negarle il diritto ad avere risarcimento e vitalizio per la perdita del figlio, come previsto dalla legge.

I giudici penali hanno riconosciuto Salvatore come vittima assolutamente innocente, ma il Viminale si è sempre opposto alla richiesta avanzata dalla Scudo di accedere ai benefici economici, ritenendo che la Scudo non fosse estranea ad ambienti delinquenziali, requisito richiesto dalla normativa per poter accedere ai fondi; una "non estraneità" dovuta ad una parentela di quinto grado con un ex camorrista divenuto da tanti anni collaboratore di giustizia. A nulla è servita l'opposizione dell'avvocato della signora, che ha sempre fatto notare come la legge parlasse di quarto grado di parentela. Si è così arrivati al giudice civile.

Eppure qualche "crepa" nella posizione del Viminale c'è stata di recente: un ufficio del Ministero dell'Interno, quello presieduto dal prefetto Raffaele Cannizzaro - commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso - ha infatti accolto la domanda di risarcimento presentata dalla donna, ritenendola estranea alla camorra. Mentre un altro ufficio dello stesso Ministero, quello diretto dal vice-prefetto Antonella Buono, denominato ufficio "Speciali elargizioni alle vittime del terrorismo e della criminalità di tipo mafioso", continua a negare il vitalizio, ritenendo la donna non estranea.

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