Ercolano, grande delusione per il "Museo della pizza napoletana"
I visitatori sfruttano l'immaginazione per gustare l'amata pietanza
15-07-2016 | di Claudio Di Giorgio
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"Museo della pizza napoletana" è quanto immaginavano di trovare nelle sale delle “Scuderie di Villa Favorita” gli invitati alla cerimonia di apertura del museo, che avrebbe dovuto mostrare foto e cimeli del mondo della pizza per celebrare l’alimento più famoso al mondo. All’allestimento del nuovo spazio museale avrebbero dovuto partecipare molte storiche pizzerie cittadine aderenti all’Associazione Pizzaioli Napoletani e singoli operatori, per fornire foto storiche, oggetti e attrezzi del mestiere quali antiche pale, oliere, porta-pizza, vecchie bilance, antichi setacci, vasche di legno per l’impasto, qualche forno e tanto altro per rendere attraente e interessante questo mondo.
In realtà nulla di tutto questo c’era. C’è voluta invece tanta immaginazione, per i visitatori, per vedere un museo in una sala alle cui pareti erano applicati solo una decina di pannelli illustrativi recanti descrizioni e riferimenti alla pizza, alle sue preparazioni, alla sua storia e alla sua diffusione nel mondo.
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Per una serie di contrattempi, difficoltà burocratiche e assicurative, ha spiegato il Presidente della “Associazione dell'Accademia della pizza a regola d'arte" Gianluigi Noviello, non è stato possibile realizzare l’allestimento completo del museo itinerante. E’ stato perciò predisposto solo un vernissage di apertura della mostra con soli pannelli.
Si tratta di un progetto, spiega il presidente Noviello, finanziato con 115 mila euro dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Progetto Giovani per il Sociale attraverso un bando del 2013.
Il progetto prevede tre fasi, la formazione che si è svolta con un corso teorico pratico gratuito per 25 giovani futuri pizzaioli, la seconda che prevedeva questa mostra museo itinerante e la terza che ci sarà a settembre con il “pizzafest” ad Ercolano. “Le due prime fasi del progetto e le relative spese sono state già relazionate al Ministero come prevede il bando - precisa il Presidente Noviello – è finita l’epoca dei finanziamenti a pioggia. Questo è un evento che valuta il mondo della pizza sotto diversi aspetti non solo quello alimentare ma anche storico identitario. Ci proponiamo di sviluppare nella gente la cultura del mangiar bene specie la pizza attraverso un maggiore approccio culturale. Ma non va dimenticato l’aspetto formativo per la professione di pizzaiolo e infine quello economico commerciale perché genera un indotto di elevato valore".
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