Nella elegante location de “Le pendici” presentato il libro di Ermanno Corsi “Il Sindaco in fuga”, sottotitolo “o della buona politica”. Una favola che si fa leggere con scioltezza e suscita sorrisi, ma procura serie riflessioni sulle lobby della politica e le sue pretese. Teatro della storia Napoli e l’immaginario candidato sindaco Fulvio De Angelis, libero professionista, gran lavoratore, scelto dal partito per “governare” nell’imponente e enigmatico Palazzo del Potere.

Ermanno Corsi, che per lunghi anni ha seguito e vissuto per motivi di lavoro la politica e i politici della sua Napoli, conosce bene le dinamiche della politica locale e inserisce il suo personaggio nel tempo degli aspri conflitti politico sociali in cui era difficile formulare un pensiero che non fosse omogeneamente collegato al pensiero della lobby dominante e nessuno poteva contestare. Corsi segue i pensieri del suo personaggio dal contatto con i vertici del partito che lo vogliono candidato sindaco dopo un periodo devastante per il popolo e la città, fino alle conversazioni col potente segretario del partito che gli espone i progetti che hanno in mente.

“Sai – gli mormora nell’orecchio il segretario – si tratta di questioni che cambiano il destino dei nostri concittadini. Il mattone salverà la città”. E allora De Angelis si accorge che la sua etica, il suo pensiero della gestione della cosa pubblica, non corrispondono affatto a quelli che lo vogliono candidare perché si tratta solo di cinico affarismo.

Fulvio De Angelis decide di gettare la spugna ma prima di scappare vuole verificare le reali intenzioni e le reazioni al suo programma: “Voglio dal Comune la stanza più grande con 4 magistrati e un notaio e, come mio vice, voglio Al Capone come assessore all’Urbanistica. A causa dell’abusivismo Nerone, all’infanzia Erode che estinguerà muschilli e corrieri di droga, alla Polizia Urbana per i vigili idrosolubili Saddam Hussein. Sono sicuro che la mia giunta funzionerà alla perfezione”.

Si ferma e ascolta l’assordante silenzio della sala e pensa: “Tra poco mi butteranno giù per le scale”. Anche il palazzo del Comune gli appare come una immensa mole nera che lo sovrasta. Decide di scappare ma il Palazzo, sembra rincorrerlo per ingoiarlo. Ce la farà? Una favola che è un messaggio di “buona politica” e di speranza quello che emerge dalla fuga che non è codardia ma ascolto della propria coscienza.

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