Manca meno di una settimana all’appuntamento referendario e si accende il dibattito sulle ragioni del No. Se ne è discusso anche a Ercolano nell’associazione culturale ‘LiberaMente’ con l’onorevole Massimo Paolucci, eurodeputato Pd, e Ciriaco De Mita. “Siamo di fronte a una gigantesca crisi della democrazia - spiega Massimo Paolucci - Pensare che non corriamo rischio in Italia con la concentrazione dei poteri, l’indebolimento della democrazia, lo stravolgimento della costituzione è invece un rischio enorme ancora prima dei mille limiti che ha la riforma”.

È stato il timore per il rischio di una avventura e di una deriva autoritaria il filo conduttore del convegno che ha visto prevalere attacchi al premier Renzi che avrebbe deciso di personalizzare il referendum. “Se perdo vado via”, aveva detto, trasformando così un Referendum in un plebiscito. Inaccettabile per i relatori lo slogan “Basta un Sì per far ripartire l’Italia”, considerato un’offesa agli italiani e una sciocchezza clamorosa volendo far passare che sia la seconda parte della Costituzione la causa della mancata ripartenza dell’Italia.

L’ottantottenne presidente De Mita ha sostenuto che il No, paradossalmente, è il rischio minore perché non cambia niente e impedisce l’avventura. Per il vecchio leader “la politica senza il pensiero non ha futuro”, e riferito al premier ha detto: “È come uno che all’improvviso non sa dove andare e si ferma, così non sbaglia. I discorsi che fa Renzi non hanno senso sembrano rispondere alla domanda del popolo in realtà rispondono di più alla sua paura. Chi parla con disinvoltura come lui è un avventuriero e anche il rapporto che ha creato con la pubblica opinione è la cosa più sgradevole. Renzi si illude che minacciando di andarsene la gente si spaventa. Il No non risolve il problema ma è la cosa che non ci porta fuori strada”.

“Ci sono delle battaglie che vanno fatte a prescindere – spiega ancora De Mita – perché è in gioco la legge fondamentale di come vive la nostra democrazia. Ci vuole pensiero e non avventure improvvisate come quelle che abbiamo oggi”.


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