Torna il grande pubblico a visitare la più antica istituzione scientifica al mondo dedicata allo studio dei vulcani, l'Osservatorio Vesuviano fondato nel 1841 dal Re Ferdinando II di Borbone alle pendici del Vesuvio, vicino Ercolano.

Lo fa in occasione della Giornata dell'Alfabetizzazione Sismica organizzata il 13 gennaio dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) per promuovere la conoscenza dei terremoti, dell'ambiente e dei vulcani. "L'Osservatorio Vesuviano - ha detto Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio vesuviano di Napoli dell'Ingv - era rimasto chiuso al pubblico per diversi anni perché è una sede antica molto complessa e aveva bisogno di una serie di interventi e lavori per la messa in sicurezza ora per la prima volta dopo tanti anni torna ad accogliere tanti visitatori".

Il centro che prima della chiusura nel 2015 accoglieva tra i 15 e i 20mila studenti e visitatori l'anno riapre e sta già ricevendo molte prenotazioni per le settimane a venire. "Questa istituzione - ha aggiunto Di Vito - nasceva con l'obiettivo di studiare i vulcani, il Vesuvio in particolare, con strumentazioni innovative per l'epoca e con l'obiettivo di imparare a prevedere le eruzioni. Oggi è un osservatorio ancora attivo che monitora il Vesuvio h24 ma è anche un luogo che raccoglie una grande quantità di materiali del patrimonio storico culturale e scientifico". Durante le visite all'Osservatorio è possibile anche vedere il più antico filmato di un'eruzione, realizzato dai fratelli Lumiere, fino a conoscere le tecnologie più moderne usate per monitorare costantemente il 'respiro' dei vulcani.

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