Un appello al Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini per intraprendere un'azione sinergica volta a sostenere una proposta di valorizzazione integrata di Villa Favorita ad Ercolano.

E’ quanto organizzato dal consorzio Costa del Vesuvio assieme all’associazione Pro Loco Herculaneum che attraverso una petizione lanciata sulla piattaforma “Change” intende ridare lustro alla villa, offrendo così un nuovo slancio all'industria culturale e creativa legata alla rinascita del sito in chiave internazionale.

La Villa Favorita di Ercolano è una delle più eleganti ville vesuviane del 18° secolo. Capolavoro monumentale realizzato nel 1768 da Ferdinando Fuga e acquistata nel 1792 da Ferdinando IV di Borbone che la destinò a residenza reale, la Villa è una gemma del '700, incastonata nel cuore del Miglio d'Oro, tra Vesuvio e mare- Ospita il secondo polmone verde storico dell'area Vesuviana dopo la Reggia di Portici e ha visto il passaggio di numerosi regnanti dall'Europa e dal Mediterraneo, rappresentando un crocevia di incontri tra personaggi illustri tra '700 e '800.

La mancata rinascita della Villa e il crollo recente del solaio che ha interessato una parte meno nobile dell'annesso Palazzo Bianchi a causa delle gravi infiltrazioni d'acqua dovute al maltempo, testimoniano la necessità di individuare, come già sottolineato dall'Amministrazione Comunale, una nuova dimensione per il complesso architettonico che può rappresentare un grande attrattore culturale, museale e ricettivo per incontri di formazione e progetti di carattere internazionale, con ricadute positive in termini occupazionali, di sviluppo e promozione della città di Ercolano in Italia e all'estero.

A rafforzare tale visione, si sostiene l'appello dell’Associazione Onlus “Siti Reali” per il riconoscimento dei valori universali del Sistema delle 13 residenze di Casa Reale di Borbone del Sud Italia - tra cui figura Villa Favorita - "quale sito seriale che nella storia umana rappresenta non solo un esempio straordinario di architettura monumentale internazionale ad alto valore paesaggistico e di biodiversità, ma anche una testimonianza eccezionale di pianificazione e sviluppo culturale, economico e sociale in ambito euromediterraneo durante l’epoca del dispotismo illuminato, delle riforme e delle rivoluzioni di fine Settecento”.

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