Morire di Covid è terribile, all’esterno non si può capire la sofferenza”. Il medico infermiere Raffaella Scafa è l’attuale coordinatrice dei posti letto dell’Asl Na 3 Sud ed è arrivata all’ospedale di Boscotrecase il 20 febbraio del 2020.
A poco più di un mese di distanza, il 16 marzo per l’esattezza, il Sant’Anna-Madonna della Neve, è diventato presidio dedicato ai soli casi Covid.
Dottoressa si ricorda cosa avvenne in quella giornata?
“Stavo lavorando al turno pomeridiano al pronto soccorso e ci venne comunicata la notizia. Non eravamo nemmeno in grado di capire come si indossassero i dispositivi. Abbiamo dovuto guardare un tutorial su Youtube. Nel giro di ochissimo tempo ci trovammo a dover curare 14 pazienti contagiati. Lavoravamo dalle 6 alle 8 ore e tornavamo a casa con i lividi e una serie di altri problemi”.
La pandemia ha anche segnato un cambiamento all’interno del presidio.
“L’avvento del direttore sanitario Savio Marziani ha rivoluzionato gli equilibri di un ospedale dove vigeva l’anarchia. E’ stato complicato far capire che c’erano delle regole da rispettare. Ma devo ammettere che non ci hanno fatto mai mancare nulla. La sala operatoria è diventata rianimazione perché c’era necessità di assistere anche i pazienti ventilati. Poi con l’arrivo della pneumologia di Pollena abbiamo implementato il servizio”.
Quali difficoltà avete avuto con i pazienti?
“Abbiamo visto troppo spesso la disperazione nei loro occhi e in quella dei parenti, costretti a stare lontani. Morire di Covid è davvero terribile. Ricordo di un paziente di Torre Annunziata, che ha detto di non aver mai dovuto chiedere aiuto a nessuno. Ma ci implorava di salvarlo. Sono momenti davvero struggenti”.
Tanti sono comunque stati gli attestati di stima.
“Abbiamo ricevuto tante lettere e inoltre spesso abbiamo anche firmato i pigiami e i camici delle persone che venivano dimesse. Un nostro collega tenore entra ogni mattina in subintensiva cantando per tirare su il morale ai degenti. La scorsa Pasqua io e il mio entourage, composto da sole donne, pensammo addirittura di tingere i capelli alle pazienti per rendere loro il momento meno amaro”.
In estate siete anche stati Covid Free. Poi cos’è accaduto?
“Io credo che le difficoltà che stiamo vivendo adesso non le abbiamo viste all’inizio della pandemia. Non ho paura di ciò che accade a Boscotrecase, ma della cattiva gestione che sta avvenendo fuori”.
Com’è cambiata anche la vostra routine?
“E’ finito tutto. Anche il momento del caffè con i colleghi è oramai un lontano ricordo. Io non ho visto i miei genitori per sei mesi e ogni 15 giorni sottopongo a tampone i miei figli. Per fortuna lavoro con un gruppo di persone davvero fantastico. Nessuno si è mai tirato indietro. C’è sempre stata un’enorme umiltà da parte di tutti gli operatori. Però si stanno distruggendo, sono stanchi e non ce la fanno più”.
Dottoressa il vaccino è l’unico metodo per uscire fuori dalla crisi. Come sta andando la campagna?
“Noi ci siamo sottoposti al Pfizer e i nostri anticorpi stanno rispondendo bene. A mio avviso è stato un errore non sottoporre a dosaggio forze dell’ordine e personale scolastico. Il nostro presidio inoltre ha le forze per vaccinare 500 persone al giorno, ma non è ancora stato preso in considerazione”
Morire di Covid è terribile, all’esterno non si può capire la sofferenza”. Il medico infermiere Raffaella Scafa è l’attuale coordinatrice dei posti letto dell’Asl Na 3 Sud ed è arrivata all’ospedale di Boscotrecase il 20 febbraio del 2020.
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