Esercito, la Divisione "Acqui" a capo delle Brigate del Sud Italia
Il provvedimento del Ministero rappresenta una svolta per la Caserma Cavalleri. Intervista al Comandante Antonio Vittiglio
30-08-2016 | di Catello Germano
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La Divisione "Acqui" a capo di tutte le Brigate del Sud Italia. Il provvvedimento, ufficializzato lo scorso 5 luglio, rappresenta una svolta per la Caserma "Antonio Cavalleri" di San Giorgio a Cremano. Per capire in che modo questo riconoscimento cambia la vita della Caserma e il ruolo nell'esercito, abbiamo ascoltato il Generale Antonio Vittiglio, responsabile delle brigate dell'intero Meridione.
L’Esercito a San Giorgio a Cremano è presente da svariati decenni. Ma poco si conosce degli enti che sono dislocati nella storica Caserma “Cavalleri”.
Sono onorato di Comandare la Divisione “Acqui” che ha sede nella Caserma “Antonio Cavalleri” di San Giorgio a Cremano. A partire dal 5 luglio scorso, grazie all’ottimizzazione della struttura di comando dell’Esercito, il Comando Divisione “Acqui” ha assunto alle dipendenze tutte le brigate dislocate nel Mezzogiorno diventando di fatto il principale Comando Operativo di Forza Armata operante nell’Italia Centro-meridionale e nelle Isole.
Nello specifico, la Brigata “Granatieri di Sardegna” (di stanza nel Lazio e in Umbria), l’“Aosta” (in Sicilia), la “Pinerolo” (in Puglia), la “Sassari” (in Sardegna) e la “Garibaldi” (in Campania e in Calabria) ricadono sotto il mio comando.
Quindi, la Scuola delle Trasmissioni non ha più sede nella Caserma di Corso San Giovanni a Teduccio?
Assolutamente. La Scuola specializzati per le Trasmissioni fu soppressa nel 1991. La Divisione Acqui ha sede nella Caserma Cavalleri dal 2002.
Mi faccia capire cosa significa comandare 5 Brigate.
Significa comandare 22.000 uomini e donne dell’Esercito, che ho la responsabilità di mantenere in piena efficienza, addestrare e approntare in vista del loro impiego sia in operazioni sul territorio nazionale sia fuori. Significa dotare questo personale non solo delle giuste capacità professionali ma anche di materiali ed equipaggiamenti efficienti e funzionali per permettergli di fronteggiare adeguatamente le sfide che vengono loro lanciate durante lo svolgimento del servizio.
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Quindi, se la mia intuizione è corretta, il Comando Divisione è responsabile della preparazione ma non dell’impiego?
E’ corretto. Noi stiamo adottando il concetto NATO del Parent HQ. Significa che la Divisione fornisce uomini mezzi e materiali a quegli enti che hanno poi la responsabilità della direzione delle operazioni sul terreno come il Comando Forze di Difesa Interregionale Sud (con sede a Napoli in Piazza Plebiscito) nel caso dell’Operazione “Strade Sicure” in supporto delle Forze dell’Ordine oppure l’Operazione “Terra dei Fuochi” contro lo sversamento illegale di rifiuti.
Mi diceva 22.000 uomini sotto il Suo comando, ma di questi, quanti poi sono sulle strade a servizio della popolazione?
Al momento sono quasi 4500 gli uomini e le donne dell’Esercito assegnate alla Divisione “Acqui” che partecipano all’Operazione “Strade Sicure” e all’Operazione “Terra dei Fuochi” che abbiamo appena citato.
Devo sottolineare però che anche i militari che forniamo alle missioni internazionali svolgono un servizio per il Paese. In questo momento un contingente su base Brigata “Pinerolo” sta operando nell’ambito dell’Operazione Resolute Support in Afghanistan, uno su base Brigata “Sassari” è dispiegato in Libano e prende parte all’Operazione UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) e il 62° Reggimento Fanteria “Sicilia”, di stanza a Catania, sta prendendo parte all’Operazione Joint Enterprise in Kosovo.
Davvero un bell’impegno, quindi.
Sì. Lo è. Ma non è tutto qui. La Divisione “Acqui”, infatti, dispone di un Comando proiettabile ad elevata prontezza e con indiscutibili capacità di pianificazione, a cui le Autorità politiche nazionali possono ricorrere per fronteggiare esigenze nazionali e internazionali (sia nell’ambito di operazioni NATO sia sotto l’egida dell’Unione Europea).
Tutto questo nella Caserma “Cavalleri”? Per concludere, mi lasci lo spazio per una domanda un po’ provocatoria. Ritiene che la popolazione del circondario abbia consapevolezza di quale polo di eccellenza dell’Esercito ha come dirimpettaio?
La caserma e con lei il Comando Divisione “Acqui” non devono essere concepiti come disconnessi dal resto della Società. L’integrazione è il concetto chiave. Già da settembre promuoveremo alcuni eventi che saranno aperti al pubblico e fortificheranno la percezione che la gente ha del Comando Divisione.
Il primo è il 73° anniversario dell’Eccidio di Cefalonia, che appunto vide la vita di migliaia di uomini della Divisione “Acqui” sacrificata per la Patria. Grazie al sodalizio con l’Associazione Nazionale Divisione Acqui, oltre alla cerimonia militare nei pressi di una targa commemorativa nel cortile del Maschio Angioino e a un’esposizione di cimeli originali e di svariate foto di quel periodo nella Torre del Beverello del Maschio, ci sarà anche un evento culturale in cui relatori di rango illustreranno gli aspetti geopolitici e quelli tattico-militari che determinarono quell’evento.
E poi ci saranno scolaresche e comuni cittadini che varcano le soglie della caserma “Cavalleri” per visitare spazi espositivi che allestiremo, per toccare con mano i mezzi tattici dell’Esercito, per apprendere notizie su quale splendida realtà è la Forza Armata e anche per conoscere quali sono le vie da percorrere per accedere nel nostro mondo.
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