Riparte dopo quattro anni la Funivia che collega Castellammare di Stabia e il Monte Faito. La Regione Campania riesce nell’intento di far riprendere le corse dopo uno stop decretato da una gestione fallimentare, con una perdita di esercizio di 800mila euro, e la mancata manutenzione per garantire la sicurezza dei viaggiatori.

Al taglio del nastro, il presidente della Regione Vincenzo De Luca, il presidente dell'ente gestore, Eav, Umberto De Gregorio, il commissario prefettizio del Comune di Castellammare di Stabia, Claudio Vaccaro, e il sindaco di Vico Equense, Benedetto Migliaccio. Ma anche tanti consiglieri regionali tra i quali il capogruppo del Pd, Mario Casillo, i suoi colleghi Antonio Marciano e Enza Amato, l’ex assessore regionale al turismo Pasquale Sommese, i consiglieri eletti nella lista De Luca Presidente, Alfonso Longobardi, l’esponente di Forza Italia Flora Beneduce.

Costa 5,70 euro il viaggio in funivia. La riattivazione dell'antica “panarella”, come affettuosamente viene chiamata dai residenti della città, è costata 2 milioni di euro ed effettuerà le sue corse ogni giorno, ogni 25 minuti, dalle ore 9 alle 16,25, per una portata massima di 35 persone per salita, pari a 500 viaggiatori all'ora.

“Salire in funivia ed arrivare quassù ammirando questo panorama è bellissimo - ha detto De Luca - Bisogna incentivare tutti i fattori di successo per il decollo turistico del territorio. La nostra attenzione è alta, sui Beni culturali e paesaggistici. Ora si deve puntare su una promozione internazionale, mediante un Marchio Campania nel mondo, riqualificando l'ambiente, e soprattutto i trasporti”.

A tal proposito, De Luca ha accennato a un progetto di collegamento tra “le due Costiere, quella Sorrentina e quella Amalfitana. Finora è mancata un'organizzazione del territorio in funzione turistica, integrando le potenzialità che possiede la Campania - ha affermato De Luca - con i fondi europei intendiamo risolvere i problemi di mobilità delle due costiere. Poi bonificare il litorale, rivedere la normativa della gestione dei parchi naturali, garantendone la salvaguardia, ma anche la nascita di luoghi di ristoro che creano lavoro, bar, ristorantini, piccole realtà ricettive che assicurino la manutenzione di questi luoghi destinati altrimenti al degrado”.

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