L'incubo non finiva mai. Non erano bastati i più di 80 mila euro versati in nove anni per uscirne. Un prestito di duemila euro chiesto alla vicina di casa solo per pagare l'assicurazione auto. Ridotto senza avere neanche dove dormire e di che mangiare la vittima si è decisa a denunciare la banda di usurai che gi aveva rovinato la vita. Come poco dopo di lui ha deciso di fare anche il padre finito come il figlio nella stessa rete senza uscita. 

E' la storia di un operaio di Boscoreale il cui ricorso ai carabinieri ha permesso l'apertura di un'inchiesta che nella mattinata di ieri ha portato all'arresto di quattro persone. Dopo qualche settimana, anche suo padre ha trovato la stessa forza e ha denunciato Loredana Patrone, 50enne residente al Piano Napoli di via Passanti, ritenuta l'usuraia del quartiere. In carcere con lei, ieri mattina sono finiti i figli incensurati Ciro e Gennaro Guarracino, 27 e 29 anni, e un'altra donna, la 41enne Pasqualina De Vita, che si presentava come Giusy. Accusati di usura ed estorsione da ieri sono in cella su richiesta della Procura di Torre Annunziata e decisione del gip.

L'operaio boschese ha raccontato di aver chiesto un prestito da 2.000 euro, da restituire con rate da 250 euro a settimana, una quota di interessi di 500 euro (12,5% al mese) e una penale da 250 euro a settimana in caso di ritardi. Nel giro di nove anni, le vittime erano arrivate a versare 82mila il figlio e 96mila euro il padre senza mai riuscire ad estinguere il debito iniziale. 

Pesanti le minacce per ottenere che il padre e il figlio restassero sempre nel vortice dei continui pagamenti. "Ti taglio la gola" era stato uno degli avvertimenti, fino a quando la disperazione non si è tramutata in coraggio e le due vittime si sono rivolte ai carabinieri. 

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"