“La mancata traduzione degli atti del processo, nel sistema braille per non vedenti, non viola il diritto di difesa dell’imputato cieco. Basta un semplice interprete”. Così ha deciso il Collegio della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata, che ha respinto perché “manifestamente infondata” l’eccezione sollevata nel corso del processo sui presunti fannulloni al Comune di Piano di Sorrento (l’Amministrazione guidata dal sindaco, Giovanni Ruggiero, non si è però costituita parte civile, ndr) .

Otto in tutto gli imputati, accusati a vario titolo, dal pm della Procura Antonella Lauri, di truffa aggravata e peculato d’uso. Uno tra gli otto oggi alla sbarra è cieco, ma sia l’avviso dell’interrogatorio nel corso delle indagini (iniziate dai carabinieri nel 2012), che i successivi accertamenti irripetibili, gli sono stati notificati normalmente. Le carte, in sostanza, non sono state tradotte in “braille”, la tradizionale “lingua” dei non vedenti.

Eccezione respinta dai Giudici, comunque sposata dall’avvocato Luigi Alfano, legale di un diverso imputato, l’esecutore pubblico Antonino Valcaccia, che non ha di questi “problemi” ma non conta: “E’ una questione di giustizia – commenta a caldo Alfano – perché in questo modo un non vedente non può conoscere di cosa sia realmente accusato. Credo si tratti di una lesione alla garanzia del giusto processo e preannuncio, in caso di condanna, l’eventuale appello sul punto”. Il processo ai presunti fannulloni comunali, dunque, non si ferma. Va avanti. Ma l’avvocato Alfano avverte: “Solleverò la problematica anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La mia battaglia continua”.   

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