"E' noto già da tempo e studi sono in corso in Italia sull'efficacia del Sitagliptin nella lotta al Covid; si tratta di farmaco utilizzato nella cura del diabete e io stesso ho potuto sperimentare su una trentina di pazienti diabetici - malati più a rischio di altri - la 'ragionevolezza' di tale linea terapeutica: sono tutti guariti dalla malattia in una decina di giorni e non hanno sviluppato forme gravi del coronavirus. Ora mi chiedo: perché non estendere in maniera diffusa ai non diabetici, positivi al tampone e nei primi giorni della malattia, la somministrazione del Sitagliptin? Certamente, si potrebbe contribuire alla salvezza di tante vite". E' l'appello che lancia il dottor Ferdinando Carotenuto, 71 anni, medico di base in pensione, di Boscoreale. "So bene - spiega - che si tratta di un farmaco non validato, per ora, per combattere il Covid ed è quindi necessario sperimentarlo sia in ambito ospedaliero e rispettando tutte le procedure sia, soprattutto, sul territorio all'inizio del manifestarsi della malattia. Ma, mi chiedo, perchè non accelerare su questo terreno?". Il dottor Carotenuto sottolinea il fatto che il farmaco ha dato nella sua esperienza risultati soddisfacenti, "il che induce a pensare che la stessa cosa accadrà anche in altri casi". "Un dato è certo - afferma - non un solo paziente in trattamento con tale farmaco ha avuto disturbi significativi, ma solo lievi e transitori che hanno ridotto notevolmente il consumo di antinfiammatori. Ora è necessario che qualcuno chieda di usare tale farmaco 'off label' e vederne in un campione la risposta che sarà verificabile nel giro di 15 giorni. Non capisco il motivo per cui non si debba tener conto di tali osservazioni e del ragionamento fatto per spiegare il meccanismo d'azione del farmaco utilizzato". Insomma, sarebbe opportuno dare ai medici di base la possibilità di utilizzare tale farmaco - è la proposta di Carotenuto - in modo da bloccare subito la malattia al suo inizio. Dal 2010 il dottor Carotenuto si è dedicato allo studio del diabete, "fatto questo che mi ha obbligato a conoscere, tra gli altri farmaci, il meccanismo d'azione del Sitagliptin che, bloccando le DPP4, impedisce la distruzione delle incretine prodotte le quali stimolano il pancreas per la produzione di insulina". "Negli ultimi mesi, approfondendo lo studio sul Covid, mi sono reso conto che tale farmaco poteva essere utilizzato per impedire al virus di moltiplicarsi. La spiegazione è la seguente: il virus è protetto da una capsula proteica che possiede una spike la quale funziona d'aggancio sulle cellule e trova come recettore le DPP4 che con la loro azione proteolitica la sciolgono e consentono così al virus di poter entrare nella cellula e moltiplicarsi". "Bloccando tale operazione con un farmaco come il Sitagliptin, la spike non può essere sciolta e il virus non può entrare". Il medico riferisce che altri colleghi della medicina territoriale hanno fatto analoghe positive esperienze. E conclude: "C'è motivo di pensare che l'ipotesi fatta sia corretta. Ora è il caso di dare una svolta".

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