“Voglio una casa, volete che mi uccida a 55 anni?”. Il grido disperato d’aiuto è quello di Filippo Fiorenza, uno degli sfrattati di Palazzo Fienga. Commerciante ambulante di Torre Annunziata ha vissuto praticamente tutta la sua esistenza nella casa ereditata dalla sua famiglia, fino all’ultima ingiunzione di sfratto inoltrata dalla Dda. In una lunga lettera Filippo Fiorenza spiega il suo dramma umano, cercando una mano dalle istituzioni.

LA LETTERA

Sono Filippo Fiorenza, abitavo nel palazzo “Fienga”, recentemente sotto sequestro. Vorrei ringraziare tutti quelli che mi stanno aiutando ogni giorno e mi danno una mano per riuscire a risolvere i problemi creatimi dal non aver più la mia casa, mia unica certezza. Ringrazio i miei amici che mi sono stati solidali, oltre i miei familiari vicini e lontani. Ma voglio anche rivolgere un appello ai cittadini di questo splendido paese, martoriato dalla piaga della camorra, e perché no,  al Sindaco e ai politici che governano questa città.

Finitela di fare i burocrati. Qua ci sono persone in carne ed ossa, persone con un cuore, un cervello, non dei burattini da rinchiudere in una vecchia scuola con solo un lettino, cibo ai pasti e nulla più;

Volete veramente affossare quel po' di dignità che ancora mi rimane? Sono stato trattato come l'ultimo dei rifugiati, peggio di un galeotto rinchiuso in carcere.

Ma cosa volete, che tolga il disturbo? Che vada via da Torre Annunziata, come tanti miei amici?

Se non l'ho fatto quando ero giovane, di certo non lo farò adesso.

O forse pensate che tolga definitivamente il disturbo una volta per tutte, e la faccia finita a 55 anni? Visto che non ho un lavoro e mi è stato tolto anche l’unica cosa che avevo, la mia unica certezza, la mia casa, dove sono nato e cresciuto e dove sono racchiusi tutti i miei affetti. Sono proprio curioso di sapere quanto tempo passerà ancora, prima che riesca a riavere un po' delle mie sicurezze, che voi, incuranti del bene dei cittadini, sparando nel mucchio, con la politica del "ndo cojo cojo", mi avete strappato. Ma voi lo sapete che la politica di sparare nel mucchio non solo non serve, ma è pure dannosa. Fortunatamente c'è la magistratura, che ha ulteriormente assunto il ruolo di supplente per la vostra incapacità di guardare un po' più in là dalla punta del vostro naso ed ha riconosciuto la mia estraneità a certe vicende revocando il sequestro/ordinanza della DDA, riconoscendo quello che sono e sono sempre stato “UNA PERSONA ONESTA E PER BENE” Adesso mi ritrovo davvero in serie difficoltà e non so come fare per ritrovarmi, per riavermi dai miei incubi, dalle mie insonnie e dai miei malanni che in questa situazione si stanno aggravando. Quello che chiedo è un aiuto per uscire da questo incubo. Non pretendo di essere ascoltato a tutti i costi, ma vi ho chiesto varie volte un aiuto per un lavoro socialmente utile, che sono ancora in grado di fare e che ora può darmi coraggio e dignità. Adesso io ne ho veramente bisogno, soprattutto per gli ultimi eventi capitati di cui voi siete responsabili. Finora in qualche modo mi sono arrangiato, come fanno tutti, adesso che sono alla frutta, con determinazione sono costretto a chiedervi di riparare il danno facendo appello a quel po' di umanità che, voglio sperarlo, vi rimane ancora, per fare quello che qualunque padre di famiglia farebbe in questi casi.

Non ho altre armi che appellarmi al buon senso. Lo so che non basta, ma tutti i cittadini di Torre Annunziata sapranno capirmi e saranno i miei testimoni e difensori, e non solo i miei amici che mi sono stati vicini in questa tragedia che mi è capitata. E' a loro che mi rivolgo, perché nessuno sia trattato come sono stato trattato io. E non ho bisogno di pietà o compassione di nessuno. Voglio ciò che tutti devono pretendere: dignità. Datemi una possibilità di potermi sostenere da solo e risalire da questo baratro in cui mi avete cacciato.

Grazie.

F.to

Filippo Fiorenza

 

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