“Finiscila di fare il pentito, c…..o!!! Sennò non pensiamo alla tua famiglia. Ce la prendiamo anche con loro. Impiccati, fa’ o’ brav”. Tutto per via di una minaccia, scritta a penna su un foglietto. Giorgio Fedeli e la moglie Nora De Rosa, entrambi di Torre del Greco, finirono così, per una sorta di “leggerezza”, nel mirino dei carabinieri del Comando corallino. Venticinque le persone arrestate questa notte: associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, l’accusa più grave mossa a vario titolo agli indagati. La droga veniva trasportata soprattutto in macchina, a bordo di una semplice “Fiat Idea”, con due viaggi a settimana verso le piazze cilentane di Palinuro e di Pisciotta.

LA 'FAIDA' IN FAMIGLIA. E’ la notte del 15 ottobre 2012: diversi i colpi d’arma da fuoco esplosi verso la camera da letto di Giuseppe De Rosa, classe ’78 di via Lava Troia, cognato di Giorgio Fedeli ed appena uscito dal carcere, dove scontava una pena per detenzione ai fini di spaccio. I carabinieri di Torre del Greco si precipitano nella notte per i primi rilievi. Trovano bossoli, ogive e quel biglietto: “Finiscila di fare il pentito…fa’ o’ brav”.

E’ da quella minaccia che parte tutto. L’inchiesta si allarga. I militari scoprono che tra Giuseppe De Rosa e Giorgio Fedeli (entrambi oggi indagati) non corre buon sangue. In città gira voce che proprio Fedeli avesse fatto arrestare poco prima suo cognato. Per questo “per prevenire vendette nei suoi confronti” – si legge nell’ordinanza a firma del gip Egle Pilla del Tribunale di Napoli – lo stesso Fedeli avrebbe organizzato la “minaccia” notturna, con tanto di proiettili in camera da letto. Lasciando, forse, anche quel biglietto. Biglietto che però è una traccia. Gli inquirenti la seguono ed arrivano a oggi. Giorno in cui Giorgio Fedeli e sua moglie Nora De Rosa finiscono in cella con l’accusa di essere i “capi e i promotori” dell’organizzazione che spacciava, in Cilento, cocaina, hashish e marijuana.

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