Finto marito smascherato da un controllo ai caselli
Incastrato per caso dalla polizia un pakistano, coniugato per “convenienza” con una donna napoletana
22-01-2019 | di Marco De Rosa
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Il finto marito smascherato da un controllo ai caselli. E’ accaduto sulla tangenziale di Napoli: la polizia ha smascherato un matrimonio di convenienza con il solo scopo di far acquisire la cittadinanza italiana allo sposo ed una congrua somma di denaro alla sposa che, dopo il fatidico sì, non avrebbe rivisto mai più quello che era diventato il suo coniuge.
LA SCOPERTA. Il finto matrimonio, valevole in termini di legge, è stato scoperto grazie alle laboriose indagini condotte dagli agenti della stradale di Fuorigrotta. I poliziotti, infatti, a seguito di accertamenti tesi all’identificazione del conducente di una Fiat Punto, responsabile dell’elusione del pagamento del pedaggio in tangenziale, sono riusciti a portare alla luce il fenomeno dei finti matrimoni per ottenere la cittadinanza.
IL FATTO. La donna, una 45enne di Secondigliano, intestataria dell’auto in questione, ben 5 anni fa, ha contratto matrimonio, negli uffici comunali al Rione dei Fiori, meglio conosciuto come “terzo mondo”, con un cittadino pakistano 31enne. Un matrimonio molto sobrio, che non ha risentito di alcuno stress per i preparativi, visto che nessun familiare o amico vi ha partecipato se non i testimoni. Nessun festeggiamento successivo per i due coniugi dopo le nozze dunque, se non quello per la donna di essere riuscita ad intascare la somma pattuita di mille euro e per il coniuge la cittadinanza italiana, che gli avrebbe consentito un passe-partout utile per non vivere più in clandestinità.
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LE INDAGINI. Nel corso delle indagini gli agenti, però, hanno accertato che non solo il matrimonio tra la 43enne ed il 31 enne era fittizio, ma risultavano fittizie anche l’intestazione di almeno 3 - 4 veicoli, dei quali la donna al PRA risultava proprietaria. Uno dei veicoli, infatti, risultava proprio l’autovettura ricercata dagli agenti della Polizia Stradale, di cui la 43enne non sapeva fornire indicazioni sul dove fosse, contraddicendosi in più circostanze.
LA DENUNCIA. Inevitabile per la donna la denuncia, in stato di libertà, per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico, finalizzata all’emissione di documenti validi alla permanenza sul territorio dello Stato, oltre che per il reato di insolvenza fraudolenta. Sono in corso, da parte della Polizia di Stato, ulteriore indagini al fine di accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone nella vicenda.
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