Una promessa fatta ai cittadini, intensificare i controlli e stanare chi inquina.

Con questa premessa il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha presentato il bilancio degli ultimi mesi di attività di Carabinieri Forestali, Arpac e Autorità di bacino che ha portato alla chiusura di 40 scarichi abusivi e alla denuncia di 70 persone.

“Stiamo portando avanti la promessa fatta ai cittadini e ai comitati sul territorio di mantenere alta l’attenzione sul Sarno e che nessuno degli inquinatori resterà impunito - ha esordito Costa -. Un’attività di controllo e ripristino della legalità senza precedenti per queste aree così delicate dal punto di vista ambientale e ce la metteremo tutta per mettere in sicurezza tutti gli scarichi presenti in questo bacino idrografico. Ai cittadini – ha concluso il ministro – rinnovo la richiesta di continuare con la loro preziosa opera di monitoraggio e segnalazione di eventuali attività illecite, siete le nostre sentinelle sul territorio”.

L’attività di controllo era iniziata con il censimento di circa 247 principali attività produttive, suddivise per tipologia, presenti nei territori attraversati dal fiume Sarno e suoi tributari (torrenti Solofrana e Cavaiola) e il successivo controllo di 87 impianti produttivi potenzialmente impattanti sullo stato delle acque. L’iniziale monitoraggio aveva portato alla denuncia in stato di libertà di 48 persone e all’individuazione di 26 scarichi abusivi e la commissione di 15 sanzioni amministrative per un importo di circa 40mila euro.

Al termine di questa prima fase di controlli, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli con i dipendenti Nuclei Operativi Ecologici di Napoli e Salerno e dei Gruppi Tutela Forestale di Napoli, Avellino e Salerno, hanno proseguito nella loro incessante attività, procedendo ad effettuare ulteriori 81 verifiche di opifici industriali, insistenti nell’alto, medio e basso Sarno.

Complessivamente nel corso dei mesi di giugno e luglio 2020, nel contesto degli 81 controlli effettuati, i Carabinieri, hanno denunciato 21 persone e individuato altri 15 scarichi abusivi, elevando sanzioni amministrative per un importo di circa 10mila euro.

Nel complesso, dalla fine del “lockdown”, con riferimento al bacino idrografico del fiume Sarno e dei suoi tributari, l’Arma ha controllato 168 attività produttive, denunciato 69 persone, individuato 41 scarichi abusivi ed emesso 24 sanzioni amministrative per un importo pari a circa 50mila euro.

Gli accertamenti condotti, su questo primo significativo campione e i primi esiti delle analisi effettuate unitamente al personale dell’ARPAC Campania, che affianca gli uomini dei Carabinieri in questa attività di controllo hanno permesso di avere conferma che le cause di inquinamento del corso d’acqua sono riconducibili a scarichi di reflui industriali effettuati illegalmente da aziende che approfittano delle avverse condizioni meteo, scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali esterni di attività industriali in genere e da scarico di reflui della rete fognaria.

Le attività di controllo sono tuttora in corso e continueranno nel prossimo futuro, anche in attuazione delle ispezioni pianificate nell’ambito dell’Accordo di collaborazione operativo siglato il 16 ottobre 2019 dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, con l’auspicio che si possa addivenire al più presto ad una situazione di conformità a norma di tutti gli scarichi presenti nel bacino idrografico del Sarno.


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