Fiume Sarno tra i più inquinati di Europa. La procura di Torre Annunziata chiede documenti a Regione ed altri enti per capire se ci sono stati ritardi e responsabilità da parte della pubblica amministrazione e come sono stati spesi i soldi fino ad oggi.

Nella mattinata di Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, nella prosecuzione delle indagini finalizzate ad accertare le cause dell'inquinamento del fiume Sarno, dopo una fase di controlli, aventi ad oggetto le aziende ubicate nel territorio compreso nel bacino idrografico di detto corso d'acqua, hanno dato esecuzione ad un ordine di esibizione di documentazione nei confronti di Regione Campania - Direzione Generale Difesa Suolo e Ambiente – con sede in Napoli; - Regione Campania - Ufficio Centrale Grandi Opere e Bonifiche - con sede in Napoli; - Regione Campania - Ufficio Speciale Centrale Acquisti e procedure di finanziamento - con sede in Napoli; - Ente Idrico Campano con sede in Napoli; - Società GORI s.p.a. con sede in Ercolano (NA); - Consorzio di Bonifica Integrale – Comprensorio Sarno - con sede in Sarno (SA).

Nel corso delle indagini sin qui condotte dai NOE di Napoli e Salerno è emerso che numerosi Comuni nel territorio del bacino idrografico del Sarno risultano, allo stato, privi di collettamento agli impianti di depurazione esistenti o addirittura privi di una propria rete fognaria, con la conseguenza che le acque nere delle abitazioni vengono riversate direttamente nel fiume Sarno, contribuendo ad aggravarne l'inquinamento. La presenza di tali contaminanti nelle acque del fiume assume particolare rilevanza per le possibili conseguenze negative sulla salute dell'uomo elo degli animali, poiché si tratta di organismi patogeni capaci di provocare malattie trasmesse per via idrica e, attraverso differenti modalità, di infettare e/o dare origine a patologie mediante la circolazione dei germi patogeni (circuito oro-fecale). L'attività delegata ai Carabinieri dalla Procura di Torre Annunziata si pone quale obiettivo quello di verificare: - l'attuale quadro dello stato di inquinamento del fiume Sarno derivante dai reflui domestici non depurati, attraverso un approfondimento circa le modalità di gestione delle acque reflue e lo stato di avanzamento delle opere fognarie e dei collettori di collegamento di siffatte reti ai depuratori esistenti; - le attuali modalità di gestione degli impianti depurativi dei predetti reflui industriali e civili e lo stato manutentivo degli stessi impianti, in particolare dell'impianto di depurazione di Scafati; l'eventuale stanziamento e l'utilizzo dei finanziamenti relativi alla manutenzione e all'adeguamento degli impianti di depurazione comprensoriali; - l'importo complessivo delle somme di denaro richieste ai cittadini quale "onere di depurazione” e l'utilizzo delle stesse in termini di attività a tutela del corso d'acqua interessato dal grave inquinamento.

La richiesta di esibizione odierna si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa, denominata convenzionalmente “Rinascita SARNO”, condotta in modo capillare dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e, in particolare dal Gruppo di Napoli, con i NOE di Napoli e Salerno, e dai Carabinieri Forestali, nonché dal Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera e dalla Polizia della Città Metropolitana di Napoli, avvalendosi della collaborazione tecnica dell'ARPAC, e tutt'ora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento sinergico delle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, sul fronte dell'inquinamento del citato corso d'acqua, attraverso: una serie di controlli di opifici industriali e impianti di depurazione consortili che, dalla fine del lockdown alla data odierna, su circa 449 aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico del Sarno (conciare, tessili, conserviere, di smaltimento rifiuti), controllate dai CC del NOE e dai CC Forestali, ha portato a 74 sequestri (di aziende, parti di esse e condotte abusive), all'arresto di 2 persone (confermato dal Tribunale del riesame) e al deferimento in stato di libertà di ulteriori 264 soggetti per una pluralità di reati in materia ambientale, tra i quali anche quello di inquinamento ambientale; - la mappatura delle reti fognarie che, prive di adeguati processi di depurazione (sinora individuati più di una ventina di Comuni), confluiscono direttamente nel corso d'acqua; - l'accertamento di eventuali omissioni da parte delle  preposte, nonché la verifica dello stato dei lavori/stanziamenti per l'efficientamento dei depuratori e il collettamento agli stessi; al fine interrompere le attività illecite che influiscono negativamente sullo stato di salute del fiume Sarno. 

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