“Quanto è accaduto a Villa Tiberiade ha del terrificante. Così si alimenta il clima di odio e omofobia che sta attraversando il nostro paese”.

Non usano mezzi termini Ciro Guardasole e Gianni Damiano, la giovane coppia di sposi che avrebbe voluto scattare delle foto all'interno di villa Tiberiade a Torre Annunziata nel giorno della loro unione civile. La loro storia è stata raccontata ai microfoni di Sky Tg 24, portando alla luce un nuovo caso di discriminazione contro le coppie omosessuali.

La struttura della città oplontina, gestita da un ordine religioso, ospita eventi e cerimonie tutto l’anno. Tra i vari servizi offerti anche la possibilità, dietro pagamento di un corrispettivo, di poter utilizzare il proprio giardino come location per scatti fotografici.

E Ciro, ancora emozionato, nella serata di mercoledì 19 settembre al “Nonsolocaffè” di Torre Annunziata, racconta il giorno delle sue nozze, avvenute qualche giorno  fa, il 4 settembre, insieme ad Antonello Sannino, presidente dell’Arcigay di Napoli, Daniela Lourdes Falanga che nell’Arcigay di Napoli si occupa in maggiormente delle problematiche inserente ai trans e Antonella Capone, figura di rilievo del movimento Lgtbi e dell’Alfi Napoli. “Tremavo tutto – ricorda - tremavo così tanto da non riuscire a chiudere i polsini della camicia”.

Tutto perfettamente organizzato, dice,  lo smoking è impeccabile. La casa e il palazzo sono piene di  addobbi floreali, come è nello stile partenopeo. Ciro si avvia al comune di Frattamaggiore dove ad attenderlo c’è il giovane sindaco Marco Del Prete, con la fascia tricolore, insieme a tanta gente, familiari, amici e semplici conoscenti che gli fanno compagnia durante l’attesa dello sposo. Sì, perché finalmente, dopo 11 anni d’amore, Ciro Guardasole e Gianni Damiano, si sposano  con rito civile, diventando la prima coppia omosessuale nel registro delle unioni civile del Comune della provincia napoletana.

Gli sposi ascoltano commossi le sentita parole del primo cittadino che sono un inno all’amore, quello vero, che va oltre la distinzione dei sessi. Dopo lo scambio delle fedi, Ciro e Gianni festeggiano a Villa Antiqua le Dune: li attende sotto un patio bianco don Gianni Di Marco che dà la sua benedizione ai ragazzi con una messa, durante cui gli sposi si scambiano promesse di eternità, commuovendo tutti i presenti.

Tutto bene dunque. Anzi non può andare meglio perché dopo il taglio della torta i due novelli sposi partono per una crociera che li porterà per qualche giorno nel Mediterraneo orientale. “Una crociera da sogno”, dice Gianni quando ripercorre con la memoria le tappe del viaggio e soprattutto l’ospitalità del personale di bordo della nave.

Poi è accaduto che, come ogni coppia che si rispetti, i due desideravano che il loro giorno più bello fosse immortalato in uno scorcio da fiaba. Di location Ciro ne conosce tante, giacché le visita per mestiere, è uno stimato fotografo. E anche Gianni ne sente parlare quando fa le acconciature alle sue clienti. E dunque la scelta dei due cade su Villa Tiberiade, la villa sul mare con un enorme parco verde che da anni è un punto di riferimento di classe per meeting, concerti, matrimoni e non per ultimo, per fare da cornice alle foto degli sposi. I due si recano quindi nella struttura e concordano per l’ingresso in villa a scopo foto matrimoniali per il 4 settembre.

Ciro che è una persona seria mette subito in chiaro alla ragazza che li accoglie all’ingresso della struttura che gli sposi sono una coppia gay. Ciò che accade dopo, però, ha  dell’incredibile. “A due giorni dal matrimonio – ha  spiegato Ciro – ho richiamato la struttura per gli ultimi ragguagli e mi viene risposto che, dato il suo rapporto omosessuale con lo sposo, le foto non s’hanno da fare”. A nulla vale la prenotazione: le foto a Villa Tiberiade non si devono fare. “Anzi, la voce al telefono – spiegano i due - parlava proprio di moralità, sottolineando che sono accolti tutti gli sposi, ma solo le coppie formate da un uomo e una donna. Personalmente abbiamo i brividi. Poi restiamo sgomenti dinanzi al clima d’odio e di omofobia che sta attraversando il nostro Paese”.

Sentono forte la solidarietà della gente, ne stanno ricevendo davvero tanta, c’è l’appoggio delle associazioni. Ma resta l’amarezza per ciò che è accaduto. “Per di più - aggiunge Ciro - non abbiamo foto di quel giorno, del nostro giorno, solo quelle al ristorante. Era stato organizzato tutto nei minimi particolari. Villa Tiberiade, oltre ad essere un posto indiscutibilmente incantevole, è vicino alla location scelta da noi per il ricevimento. Il giorno del sì potevamo andare altrove ma dovevamo spostarci più lontano, ma al ristorante ci aspettavano anche nostri parenti non giovanissimi e ci sembrava scortese farli attendere”.

Gianni è più diretto: “Sto valutando, insieme a mio marito e con l’appoggio delle associazioni che ci hanno manifestato la loro vicinanza, se vi siano gli estremi per proseguire legalmente. Nel frattempo cerco di non pensarci e l’affetto che la gente ci sta dimostrando mi sta aiutando”. Ma c’è dell’altro: “La cosa che mi ha più colpito è che si è parlato di moralità. Siamo due lavoratori, insieme da 11 anni. Cosa c’entra la moralità?”.

“È un chiaro esempio di discriminazione – ha dichiarato senza mezzi termini Daniela Falanga - con l’aggravante dell’omofobia. C’è ancora tanto da fare sulla strada dei nostri diritti, ma non ci fermeremo”.

Sannino dell’Arcigay ha aggiunto: “A livello parlamentare la situazione è grave. C’è un voler tornare indietro, cancellando con un colpo di spugna diritti già acquisiti, anche recenti, come quelli sulle unioni civili”.

Capone del movimento Lgtbi e dell’Alfi Napoli ha poi concluso: “La vicenda dei due ragazzi non può passare inosservata. Anche un solo episodio, uno solo, va condannato. Facciamo squadra con i due giovani e se la cosa finirà in tribunale, noi associazione ci costituiremo parte civile”.

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