Fece attirare in una trappola i fratelli Marco e Maurizio Manzo. Uccisi in strada a Terzigno dai killer del clan Gionta di Torre Annunziata. Per la terza volta il caso torna in Corte d’Assise d’Appello a Napoli. Per Francesco Casillo, boss del piano Napoli di Boscoreale meglio conosciuto come “a vurzella”, annullata la condanna all’ergastolo. Detenuto da poco più di un anno, adesso il narcos di Boscoreale potrebbe tornare libero in attesa di giudizio.

I fratelli Manzo, affiliati al clan Ascione-Papale di Ercolano, vennero ammazzati il 10 febbraio 2007 al Bar Maemi di Terzigno. Uno scambio di killer e favori tra i clan Gionta di Torre Annunziata e Birra-Iacomino di Ercolano, al quale avrebbe preso parte anche Casillo, secondo l'accusa, che ben conosceva le vittime, in un accordo camorristico del quale il capo della piazza di spaccio di Boscoreale sarebbe stato parte più che attiva.

In primo grado era arrivata la condanna all'ergastolo, cancellata da una testimonianza ritrattata in Appello. Un'assoluzione che la Cassazione ha deciso di annullare, rimandando il processo al secondo grado o per un nuovo appello con altri giudici, che hanno ascoltato anche un nuovo testimone, condannando Casillo nuovamente all'ergastolo.

Venerdì la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. Fondamentali le incongruenze sottolineate dagli avvocati del boss nella nuova testimonianza di Massimo Fattoruso, fratello di Francesco, una delle vittime di camorra “bruciate” durante la scia di violenza degli ultimi 10 anni nell’hinterland vesuviano.

Ora il nuovo colpo di scena spedisce per la terza volta in secondo grado il processo per l'omicidio dei fratelli Manzo, stavolta probabilmente con l'intera istruttoria da dover ripetere. Dunque potrebbero nuovamente sfilare in aula i collaboratori di giustizia che hanno indicato in Casillo come partecipante al duplice omicidio. Un delitto per il quale sono stati già condannati in via definitiva anche Pasquale Gionta, Giovanni Iapicca e Alfonso Agnello dei «valentini», nonché il boss ercolanese Giovanni Birra e la sua spalla Stefano Zeno e Michele Chierchia «Fransuà», altro alleato dei Gionta.

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