“Free-Tower”, asse per la droga tra clan delle due Torri. Processo entra nel vivo in aula bunker
Gli avvocati dei ‘pusher’: “Racconti dei pentiti non credibili”. La DDA: “Riscontri fondamentali"
06-10-2015 | di Salvatore Piro
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
“Le dichiarazioni dei pentiti non coincidono”. E’ partito col botto, nell’aula bunker del Tribunale di Napoli, il processo “Free-Tower”, figlio dello spettacolare blitz che con 54 arresti, ordinati a gennaio dalla DDA partenopea, diede scacco matto al clan Falanga di Torre del Greco. L’inchiesta, coordinata dal pm antimafia Maria De Mauro, smascherò un gigantesco business della droga. Un giro d’affari per centinaia di milioni di euro, costruito intorno a strategiche alleanze tra famiglie.
L’INDAGINE. A Torre del Greco la centrale dello spaccio di cocaina, hashish, marjuana e canapa indiana. Ma il “business” si estendeva, grazie a Luigi e Salvatore Monaco (i fratelli “tittone” di Torre Annunziata), che per l’accusa rifornivano di stupefacenti il clan Falanga con trattative per l’acquisto all’ingrosso “nel palazzo di famiglia”, fino a Napoli, Massa di Somma e Procida.
Torre del Greco, droga: “Free-Tower”, assolta Maria Sannino. Per pm “nascondeva cocaina in cortile”
Sentenza a sorpresa per la trentenne, arrestata nel blitz Dda contro il clan Falanga
IL PROCESSO. Sono 49 gli imputati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di stampo camorristico finalizzata allo spaccio, che hanno scelto di essere giudicati in abbreviato dal gup di Napoli Roberta Zinno. Alla sbarra anche Angelo Amoretti, alias “chiappetella”, il più giovane del “gruppo” di Torre Annunziata, finito in manette lo scorso 27 gennaio. Incastrato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Domenico Vitiello, Barbara e Rosa Pompeo, le “sorelline” di Aniello, altra “gola profonda” del clan Falanga, ritenuto in passato a capo della piazza di spaccio corallina.
IL RUOLO DEI PENTITI. Dichiarazioni per le quali Amoretti, difeso dall’avvocato Maria Macera, era tra i “vettori della coca, da consegnare agli emissari del clan di Torre del Greco fuori alla stazione della Circumvesuviana di Trecase”. Racconti, tutti, anche quelli di Domenico Mimì Falanga, figlio del capoclan Peppe o' struscio, “fondamentali per l’inchiesta” secondo i magistrati.
“Inattendibili e discordanti anche sui luoghi di consegna dei ‘pallini’, nonostante i pentiti fossero a piede libero all’inizio della loro collaborazione”, invece, per i legali di molti imputati. Il processo “Free-Tower” è entrato nel vivo con le prime schermaglie in aula bunker. Le difese finiranno le loro arringhe solo il 4 dicembre. Poi, tempo all’attesa sentenza.
Sondaggio
Risultati
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"