"Intossicazione acuta da eroina". Questa la causa della morte dell'attore Libero De Rienzo, trovato privo di vita il 15 luglio scorso nella sua abitazione nella zona Madonna del Riposo a Roma.

La conferma dell'overdose è arrivata dai risultati tossicologici disposti dalla Procura che proprio oggi ha notificato l'atto di conclusione delle indagini, iniziativa che precede la richiesta di rinvio a giudizio, per il cittadino gambiano Mustafà Minte Lamin di 32 anni accusato di avere ceduto la sostanza stupefacente all'artista. "Il decesso - scrive nell'atto di chiusura delle indagini il pm Francesco Minisci - è riconducibile a un arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta da eroina".

Gli esami hanno fatto emergere che Di Rienzo aveva assunto in quelle ore anche cocaina e ansiolitici che però non sarebbero la causa della morte.

Alla luce dei risultati della perizia, i magistrati di piazzale Clodio contestano all'indagato oltre la detenzione e cessione di droga, la ben più grave accusa di morte come conseguenza di altro reato. Gli esami hanno infatti confermato il "nesso di causalità" tra l'assunzione di eroina e l'evento morte. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, a cui i magistrati hanno delegato le indagini, il pusher avrebbe ceduto eroina anche ad altre cinque persone che in queste settimane sono state ascoltate negli uffici di piazzale Clodio rafforzando il quadro probatorio. Il pusher venne arrestato il 28 luglio scorso in flagranza di reato mentre era intento a vendere droga nella zona di Torre Angela, a Roma, ad altri clienti.

Ad inchiodare Minte Lamin furono i tabulati telefonici: grazie all'analisi delle celle gli inquirenti individuarono la posizione dell'uomo proprio nei pressi dell'abitazione dell'attore di origini napoletane nel pomeriggio del 14 luglio, giorni precedente al decesso. Fondamentale in questo ambito è risultata l'analisi del cellulare e del pc di De Rienzo. Gli inquirenti sono riusciti a "perimetrare" le 48 ore precedenti alla morte. Le verifiche effettuate sullo smartphone dell'attore hanno consentito di ricostruire i contatti avuti nei due giorni precedenti alla tragica morte e, forse, individuare proprio l'utenza utilizzata dallo spacciatore per portare avanti la sua attività illegale. Gli accertamenti del Nucleo operativo della Compagnia di Roma San Pietro erano partiti dopo il ritrovamento di eroina nell'appartamento di De Rienzo.

Gli inquirenti hanno, quindi, svolto verifiche nell'ambiente dello spaccio di sostanze nelle zone limitrofe al luogo del decesso, riuscendo a ricostruire alcuni collegamenti che li hanno condotti fino al quadrante sud-ovest della Capitale, in particolare nel popolare quartiere di Torre Angela dove hanno arrestato lo spacciatore. All'uomo, al momento del fermo, sono stati sequestrati ulteriori 7,7 grammi di eroina: un rinvenimento che ha portato all'arresto per detenzione ai fini di spaccio anche del connazionale convivente. 

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