Portici. Allestita  una vasta esposizione di funghi nel salone di Villa Fernandez, trasformato per l’occasione a mo’ di bosco. Con Lello Capano  noto micologo, Valerio Mazzella biologo, studiosi, naturalisti  e specialisti del riconoscimento, la XXII edizione de “I funghi della Campania” , organizzata dall’Associazione Mico Art in collaborazione con Associazione Vesuvio Natura da Esplorare

Tanti i funghi  esposti in una lunga teoria di varietà di forme , colori e dimensioni per una mostra scientifica  e divulgativa alla quale si sono avvicinati incuriositi visitatori e appassionati. Nessuna paura, è  l’esortazione di  Lello Capano, solo buona conoscenza delle tipologie che si acquisisce con appositi corsi alla fine dei quali viene rilasciato un tesserino ai sensi della legge Regionale  8/2007.

“Non esiste un modo empirico di riconoscere i funghi né  stabilire a occhio nudo la commestibilità o la tossicità di un fungo – spiega Valerio Mazzella – salvo la conoscenza della specie  che  si raggiunge dopo anni  di studio e di esperienza” . Esiste nelle  ASL  il  servizio dell’ Ispettorato Micologico cui rivolgersi in cui c’è il micologo che deve ispezionare i prodotti raccolti. Esposta anche l’Amanita Falloides, uno dei più pericolosi funghi esistenti. Un vero killer nel suo genere, velenoso, mortale, trasformista capace di assumere molte forme e colori diversi che può riconoscere solo un occhio allenato. Il suo sacchettino mortale alla base del gambo è pieno di tossine velenose. Si apprende che  la percentuale di mortalità di aggira oltre il 10% delle persone colpite gli altri avranno problemi epatici per tutta la vita.

Non bisogna raccogliere i funghi se non li si conosce e non fidarsi di prove empiriche di commestibilità  o tossicità  fatte da persone improvvisate. Tranquillità invece per i funghi coltivabili offerti al commercio le cui specie sono davvero poche, perché non necessitano di una relazione stretta con le radici delle piante perché non simbiotici o parassiti di piante. A fronte delle tante paure che procurano i funghi essi sono comunque degli “indicatori biologici e meteorologici” avendo bisogno di determinate condizioni atmosferiche per crescere.

“Bisogna tuttavia immaginare che anche loro  esistono per dare un contributo al ciclo biologico della vita, per cui i raccoglitori  non devono bastonarli , o prenderli a calci né toccarli”, spiega Lello Capano.  “Sarebbe come uccidere  chi svolge una funzione molto importante in natura. I funghi operano il riciclo  della materia organica che si  trova nel bosco come ad esempio le foglie secche e i pezzi di tronco. Questi vengono digeriti e riportati nel ciclo della materia inorganica. Bisogna lasciarli vivere e fargli fare il loro ciclo vitale perché la natura non ha fatto niente per caso”.

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"