Funghi che passione: l’esposizione di Portici
A Villa Fernandez allestita maxi mostra scientifica e divulgativa su sapori e rischi in agguato
31-10-2017 | di Claudio Di Giorgio

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Portici. Allestita una vasta esposizione di funghi nel salone di Villa Fernandez, trasformato per l’occasione a mo’ di bosco. Con Lello Capano noto micologo, Valerio Mazzella biologo, studiosi, naturalisti e specialisti del riconoscimento, la XXII edizione de “I funghi della Campania” , organizzata dall’Associazione Mico Art in collaborazione con Associazione Vesuvio Natura da Esplorare.
Tanti i funghi esposti in una lunga teoria di varietà di forme , colori e dimensioni per una mostra scientifica e divulgativa alla quale si sono avvicinati incuriositi visitatori e appassionati. Nessuna paura, è l’esortazione di Lello Capano, solo buona conoscenza delle tipologie che si acquisisce con appositi corsi alla fine dei quali viene rilasciato un tesserino ai sensi della legge Regionale 8/2007.
“Non esiste un modo empirico di riconoscere i funghi né stabilire a occhio nudo la commestibilità o la tossicità di un fungo – spiega Valerio Mazzella – salvo la conoscenza della specie che si raggiunge dopo anni di studio e di esperienza” . Esiste nelle ASL il servizio dell’ Ispettorato Micologico cui rivolgersi in cui c’è il micologo che deve ispezionare i prodotti raccolti. Esposta anche l’Amanita Falloides, uno dei più pericolosi funghi esistenti. Un vero killer nel suo genere, velenoso, mortale, trasformista capace di assumere molte forme e colori diversi che può riconoscere solo un occhio allenato. Il suo sacchettino mortale alla base del gambo è pieno di tossine velenose. Si apprende che la percentuale di mortalità di aggira oltre il 10% delle persone colpite gli altri avranno problemi epatici per tutta la vita.
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Non bisogna raccogliere i funghi se non li si conosce e non fidarsi di prove empiriche di commestibilità o tossicità fatte da persone improvvisate. Tranquillità invece per i funghi coltivabili offerti al commercio le cui specie sono davvero poche, perché non necessitano di una relazione stretta con le radici delle piante perché non simbiotici o parassiti di piante. A fronte delle tante paure che procurano i funghi essi sono comunque degli “indicatori biologici e meteorologici” avendo bisogno di determinate condizioni atmosferiche per crescere.
“Bisogna tuttavia immaginare che anche loro esistono per dare un contributo al ciclo biologico della vita, per cui i raccoglitori non devono bastonarli , o prenderli a calci né toccarli”, spiega Lello Capano. “Sarebbe come uccidere chi svolge una funzione molto importante in natura. I funghi operano il riciclo della materia organica che si trova nel bosco come ad esempio le foglie secche e i pezzi di tronco. Questi vengono digeriti e riportati nel ciclo della materia inorganica. Bisogna lasciarli vivere e fargli fare il loro ciclo vitale perché la natura non ha fatto niente per caso”.
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