E' stato finalmente esaudito l'ultimo sogno di Giacomo Cuccurullo, l'architetto oplontino scomparso assieme a sua moglie Edy suo figlio Marco e ad altre 5 persone, nel tragico crollo dello scorso 7 luglio in via Rampa Nunziante a Torre Annunziata. Il locale "Fuori Bottega", suo innovativo progetto, ha aperto ufficialmente i battenti al civico 202 di Corso Umberto I, con la speranza, è stato l'auspicio del proprietario Raffaele Di Gennaro, giovane barman: "di trasformarsi, nel giro di poco tempo, in un punto di riferimento per gli amanti delle emozioni". Visibilmente emozionato, Di Gennaro ha parlato ad ampio raggio non solo della "sua" creatura, ma anche del rapporto di grande amicizia che lo legava a Cuccurullo.

 "Giacomo aveva un occhio lungo, era come se vivesse dieci anni avanti. Quando vide per la prima volta quello che oggi è il 'Fuori Bottega', l’aveva subito immaginato come lo si vede ora. La sua perdita pesa ancora molto. Era un amico di mio padre di vecchia data e mi è stato vicino anche nei tanti momenti difficili che ho vissuto. Amava il suo lavoro e amava svolgerlo per il prossimo. Quando pensò di progettare questo locale mi disse che si sarebbe messo con un pezzo di formaggio e un bicchiere di vino a dipingere accanto alla finestra. Ed è così che lo voglio ricordare".

Il "Fuori Bottega" punta a diventare una meta per gli amanti del gusto. La mattina infatti, ospiterà una vera e propria "boutique" di latticini, mentre la sera si trasformerà in un luogo chic, in cui sarà possibile assaggiare un aperitivo con mozzarella gourmet. Sarà, insomma, un luogo innovativo, proprio come voleva il suo ideatore. Un posto che punta ad avvicinare le persone curiose. "Ci prendiamo per mano e vediamo dove possiamo arrivare” aggiunge ancora Di Gennaro.

Lacrime visibili anche negli occhi del costruttore Attilio Cuccurullo . E’ stato lui ad ultimare il progetto del fratello, un motivo in più per andare avanti e ricordare Giacomo nel migliore dei modi.

 “Purtroppo mio fratello non è riuscito a vedere il suo ultimo sogno" racconta Attilio. "Lui - prosegue - amava il bello ricercato, non quello scontato. Non nascondo che in passato abbiamo avuto vari momenti di incomprensioni, come capitano spesso tra fratelli. Avevamo un modo diverso di intendere la vita. Io penso più all'impresa e a quanti soldi ci vogliono per completarla. Lui no. Lui aveva una visione più poetica. Se oggi svolgo quest’attività e sono così caparbio lo devo anche a lui. La giustizia? Al di là di quella divina, Io penso che con il tempo verranno punite le persone che hanno causato quell'immane tragedia. Auguro comunque il mio in bocca al lupo a Raffaele. Tramite lui e la sua attività Giacomo continuerà a vivere".


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Apre Fuori Bottega