Il 2022 che si è concluso da poco più di due mesi è stato un anno decisamente positivo per molti settori dell’economia tricolore legati al web. Gli italiani di ogni età ed estrazione sociale usano con sempre maggiore consapevolezza internet, acquistano online e sfruttano le potenzialità della rete per moltissime operazioni quotidiane. Fra tutti i comparti, però, ce n’è uno che ha avuto un tasso di crescita decisamente interessante: quello del gaming online. Oggi analizzeremo i numeri di questo settore e la portata del giro d’affari, capiremo quali sono le discipline più amate e ricercate nel nostro Paese e proveremo a tracciare il profilo del giocatore medio.

Numeri e dati spesso non sempre danno un quadro chiaro della situazione ma non è questo il caso: nel 2022 lo Stato Italiano ha incassato poco più di 10 miliardi di euro dal gaming, circa il 22% in più rispetto al 2021, una cifra molto vicina a quella del 2019. Più o meno la metà di quanto speso dagli italiani, ovvero 19,6 miliardi di euro, circa 4 miliardi in più a confronto con l’anno precedente.

Quello che stupisce, invece, è la distribuzione tra gioco fisico e offline e gioco online. Nel 2022 è stato proprio quest’ultimo a spingere tutto il comparto, passando dai quasi 2 miliardi di spesa del 2019 ai quasi 4 dell’anno appena trascorso.

E dopo alcuni anni di contrazione sono tornati a crescere anche i numeri del poker online, trainati dalle innovazioni lanciate da importanti portali come PokerStars e da una ritrovata attenzione mediatica in cui hanno rivestito un ruolo fondamentale Twitch e le altre piattaforme streaming. Il poker ha saputo reinventarsi dopo il momento di massimo boom del primo decennio del millennio e, passato il periodo di fisiologico assestamento, è tornato a sfruttare le potenzialità offerte dalla rete, non ultima la possibilità di ricreare gli ambienti del tavolo verde “fisico” grazie alla realtà virtuale, tecnologia che rappresenta il più promettente canale di sviluppo anche del prossimo futuro.

Notevole anche l’impatto che hanno avuto altri due sotto-settori nella crescita complessiva del gaming, ovvero i casinò online e gli e-sports. Le sale da gioco virtuali e gli sviluppatori hanno saputo intercettare anche i pubblici più giovani ed esigenti, trasformando le loro discipline classiche in veri propri ibridi a metà tra classic game e videogame di ultima generazione. In più hanno avuto l’intuizione di creare offerte sempre più personalizzate e pensate per ogni singolo giocatore, migliorando allo stesso tempo gli standard di sicurezza per dati personali e bancari e la fruibilità multi-piattaforma.

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Gli e-sports, invece, si sono affermati come un comparto a sé stante con tanto di leghe professionistiche legate agli sport tradizionali, contratti di sponsorizzazione milionari e un pubblico vastissimo a seguire ogni giorno gli streaming delle sessioni di gioco dei gamer più noti o impegnato in prima persona con il joypad in mano. I giochi preferiti? Ovviamente le simulazioni sportive (con il calcio, come da tradizione, a farla da padrone), seguite dagli sparatutto, dai multiplayer online e dai sempre più amati Battle Royale.

E se pensiamo che giocare online sia un’attività esclusiva di piccole comunità di nerd ed appassionati ci stiamo sbagliando di grosso. Il giocatore e lo spettatore medio hanno infatti un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, un titolo di studio elevato e un reddito medio-alto. In più inizia a farsi spazio tra gli appassionati e i gamer una notevole componente femminile, sempre più inserita (anche ai più alti livelli di professionismo), in un campo che fino a pochi anni fa veniva considerato esclusivamente e prettamente maschile.

Possiamo in conclusione affermare che il gaming online si sia ormai consolidato come fenomeno culturale anche nel nostro Paese, chiudendo di fatto il gap, con gli altri Paesi europei e con colossi come gli Stati Uniti e gli Stati Asiatici. Come si evolverà nei prossimi anni e nel prossimo futuro saranno le connessioni 5G, l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale a dircelo.

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