L'uomo della pioggia. Il successo del Napoli nel pantano di Marassi ha un preciso nome e cognome che, magari a posteriori, potrà essere inteso come una rivisitazione calcistica della più famosa pellicola di matrice hollywoodiana diretta da Barry Levinson. 
Fabian Ruiz reinterpreta a modo suo Dustin Hoffman, lasciando la sua impronta decisa in una sfida alla vigilia alla portata, poi complicata da un primo tempo di spocchia ed infine resa ancor più ardua dalla pioggia, copiosa protagonista a tal punto da condizionare la tenuta di un terreno di gioco anche oltre ogni limite.

La zuccata di Kouamè. L'approccio è il primo sintomo evidente di una serata che si annuncia sofferente. Il Napoli è palesemente superiore ma ostenta sufficienza, subendo il pressing di un Genoa per niente scosso da una settimana turbolenta ma determinato a fare il suo per portare il risultato a casa. Kouamè è una spina costante ma, in realtà, gli azzurri soffrono principalmente per propri demeriti: reparti lunghi che prestano il fianco alle ripartenze della carovana ligure, brava a spingere soprattutto sull'out occupato da Romulo. Il Napoli va per primo vicino al vantaggio ma il palo di Insigne si rivela solo un lampo e la luce si spegne al minuto 20. Tracciante insidioso di Romulo, Kouamè sbuca alle spalle di Hysaj e schiaccia in rete il cuoio dell'1-0. Gara in salita, di nuovo, ma la reazione non è veemente. Il Napoli lievita a fuoco lento, alla mezz'ora arriva l'unico guizzo degno di nota. Insigne disegna sul secondo palo, Callejon vede e trova l'inserimento di Milik che ha però le polveri bagnate e da zero metri spara incredibilmente su Radu.

Ripresa per cuori impavidi. Ancelotti pesca dalla panchina: bocciati i due polacchi Milik e Zielinski, dentro Mertens e Ruiz per un Napoli a trazione anteriore. Mossa che paga perchè l'atteggiamento è ben altra cosa. Il Genoa non riesce ad uscire dalla propria metà campo ma in soccorso ai rossoblù arriva la pioggia. Piove sul bagnato, in realtà piove a tal punto da indurre l'arbitro, il Signor Abisso di Palermo, a sospendere il match al minuto 58. L'intervallo forzato dura davvero poco, quanto basta però per riordinare le idee e dare ancor più ossigeno all'assalto dei partenopei. Il campo però, del tutto impantanato, fa saltare tutti gli schemi: il cuore prevale sulla testa, l'istinto è la chiave che permette a Mertens di aprire in due la retroguardia genoana, favorendo l'inserimento di Ruiz che di sinistro non sbaglia. 1-1, siamo ancora vivi. Il Napoli prova a sfruttare al massimo ogni calcio piazzato, Radu però si supera sulla punizione insidiosa di Insigne. Il rimpianto è dietro l'angolo ma a quattro dalla fine la fortuna tende la mano agli azzurri. Altra punizione da metà campo, tocco avventato di Biraschi che anticipa Albiol ma spedisce alle spalle di Radu. Sorpasso effettuato, nei minuti finali si soffre ma con ordine ed al triplice fischio Ancelotti, versione Tom Cruise, può tirare un sospiro di sollievo per una partita vinta con merito che quantomeno può servire a mettere pressione ad Inter e Juve, entrambe impegnate in trasferta rispettivamente contro Atalanta e Milan.  

Foto: corrieredellosport.it


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"