Portici. Il mistero di Aldo Moro discusso a Portici, con il sindaco Enzo Cuomo e con il Parlamentare Gero Grassi, il quale ha illustrato il lungo lavoro svolto, approfondito delle indagini della Commissione d’Inchiesta  di cui fa parte.

Il racconto degli eventi che precedettero e seguirono il rapimento e la morte dello statista apre uno scenario a 40 anni di distanza sul quale viene fatta una luce completamente diversa su fatti e persone come raccontati dalle cronache del tempo. Una indagine che non trova ancora la sua conclusione, ma i cui elementi vengono raccontati anche questa volta da Gero Grassi nella sua 462a puntata in giro per l’Italia, con milioni di pagine di atti sintetizzati nel suo racconto, “perché si sappia la verità”.

Un volantino fornito da Grassi raccoglie in una ventina di scatti immagini che attraversano gli anni dal ‘32 al ‘78 e raccontano i momenti salienti della vita personale e politica di Aldo Moro, mostrando le tragiche immagini del ritrovamento del suo corpo crivellato dai colpi.

“Nel gennaio scorso la Camera ha approvato la relazione della Commissione Moro che contiene ormai il 90%  della verità – spiega l’onorevole Grassi – e prima di Natale approverà la terza relazione conclusiva. Che quello di Moro sia un delitto di abbandono e che  nella dinamica dell’omicidio ci siano forze che andavano aldilà delle Brigate Rosse è ormai certo. Parliamo di servizi segreti italiani e stranieri con complicità inglesi, francesi, americane, russe, israeliane e un grande contributo della P2 di Licio Gelli, dello IOR, del Vaticano e della CIA . Se dovessimo racchiudere in un titolo  potremmo dire che in via Fani c’erano anche le Brigate Rosse ma ad ucciderlo non sono state le Brigate Rosse. Dallo studio della relazione  - dichiara Grassi – emerge che quello che si sa non è vero”.

E così Gero Grassi ha snocciolato due ore di racconto accattivante che ha visto passare come su una tragica passerella, figure oscure di militari,  politici e compagni di partito dello stesso Moro, di servizi segreti nazionali e stranieri, di generali  e ufficiali dei Carabinieri e perfino di responsabili del Ministero degli Interni e collegamenti con le più oscure stragi del periodo più nero della vita del Paese. Una vicenda  quella di Moro che si iscrive in un difficile contesto storico politico Italiano in cui  si stava ragionando  di  “Compromesso Storico” che spaventava la destra e gli USA.

 “La gente vuole la verità – conclude Grassi - perché il caso Moro non è la morte di un uomo, è la storia d’Italia”.


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