Gestione beni confiscati, la svolta: il Comune di Torre Annunziata entra in Agrorinasce
Sul territorio oplontino 50 immobili strappati ai clan, il Commissario Caterino: ‘Vogliamo lasciare un segno’
03-01-2024 | di Redazione
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Svolta nella gestione dei beni confiscati a Torre Annunziata. Il Comune entra nella società pubblica Agrorinasce, l’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio. Il 29 dicembre con l’ok della Corte dei Conti ufficializzata la sinergia. Allo stato attuale sono 50 gli immobili strappati ai clan nel territorio oplontino.
Il Commissario Straordinario Enrico Caterino: “Soddisfatto della decisione della Corte dei Conti. Il collegio presieduto dal Presidente Massimo Gagliardi ha compreso le difficoltà del Comune nella gestione dei beni confiscati. Intendiamo procedere ad un lavoro immediato di programmazione delle destinazioni da dare ai beni confiscati e l’avvio delle prime progettazioni. La commissione straordinaria intende lasciare un segno anche in questa direzione”
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Nei guai una società attiva nel settore immobiliare
Sono 50 in totale i beni confiscati alla criminalità organizzata. Allo stato attuale 18 sono già assegnati al Comune, ma solo 4 sono destinati a finalità sociali. Inoltre, sono 23 gli immobili in corso di assegnazione da parte dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati, che ne gestisce anche altri 9 che potrebbero in tempi brevi essere assegnati all’ente oplontino.
Alla base della difficoltà nella gestione degli immobili strappati ai clan la carenza di personale e l’alto tasso di abusivismo. Grazie all’esperienza venticiquennale di Agrorinasce in un ambiente caratterizzati da forti infiltrazioni criminali si inaugurerà una nuova fase per il territorio di Torre Annunziata.
L’Amministratore Delegato dott. Giovanni Allucci: “La società ha come obiettivi la valorizzazione dei beni confiscati e la rigenerazione urbana del contesto, operando con il criterio della economicità, per far fronte alle debolezze anche economiche dei comuni. La forza di Agrorinasce è stata anche quella di operare in sinergia con le altre Istituzioni pubbliche, a cominciare con il Ministero dell’Interno. Con queste modalità non abbiamo perso un euro di fondi europei. Tutti i beni confiscati che abbiamo gestito ci arrivavano abusivi, vandalizzati, bruciati, nonostante ciò oggi non c’è un bene confiscato abbandonato”.
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