Boscoreale. Gigione querela il “falso” Gigione. Slitta il via al processo sui “tweet” dannosi all’immagine del cantante napoletano, famoso per le sue hit stroncate a volte come “trash” ma sempre di successo: dalle “piccanti” note di “A Campagnola”, fino a “Te Piace ‘O biscotto”, passando per “Lecca lecca” e “Il gelatino”.

IL PROCESSO. Il gip del Tribunale di Napoli – Luisa Toscano – non ha infatti sciolto la riserva sulla partenza del processo. Nel 2013 – sul celebre social “twitter” – venne creato un falso account a nome Gigione. Dall’account iniziarono ad essere postati in rete espressioni volgari e sconclusionate: “voglio salutare con affetto Nelson Mandela. Grazie a te, oggi la carcioffola nera tiene gli stessi diritti di quella bianca". Il “tweet”, postato dal profilo “fake” nel giorno della morte dell’ex Presidente sudafricano, simbolo della lotta al razzismo e all’apartheid, mandò Gigione e il figlio “Jo Donatello” su tutte le furie.

Il cantante di Boscoreale, difeso dagli avvocati Gennaro Maresca e Ippolito Matrone, sporse querela contro ignoti in Procura. La difficoltà incontrata dai magistrati, nel risalire all’autore dei “tweet”, spinse i pm a chiudere le indagini con una richiesta di archiviazione al giudice. Gigione e i suoi legali, lo scorso 22 aprile, si erano opposti alla decisione. La riserva verrà sciolta dal gip solo nei prossimi giorni.

 I TWEET. Il “tweet” su Mandela fu solo il primo di una lunga serie. Il falso Gigione continuò infatti a divertirsi a lungo. Sempre su “twitter”. “Il senso dell'umorismo dei miei fans – così un secondo messaggio ‘incriminato’ - è uguale alla voglia di carcioffola che tiene Elton Jon”. Il profilo, aperto nel 2013, è stato chiuso nel mese di aprile. Solo dopo l'ultimo messaggio lanciato in rete dal “fake”: “Le #ididimarzo sono il periodo ideale per la sagra della mulignana a funcetiello”.

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