Non bisogna avere paura. E’ questa l’esortazione che emerge dall’incontro su un tema abbastanza spinoso: il cancro. Un argomento di cui non si vorrebbe mai discutere, ma è importante saperne sempre di più, non solo su quello che può essere il decorso della malattia, il livello cui è giunta la ricerca, su come convivere con la malattia, come affrontare la vita quando si è stati colpiti; ma sapere che la prevenzione è la migliore arma per vincerla assieme agli stili di vita, a cominciare da una corretta alimentazione, per finire ai controlli medici periodici. 

Tanti gli aspetti  affrontati e discussi nel seminario sul cancro tenutosi nella sala della biblioteca di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, a cui hanno partecipato relatori provenienti dall’Istituto ospedaliero “Pascale” di Napoli: i dottori   De Falco, Barberio e Abate, e tanti altri.

Mi prendo cura di me”, recita  il manifesto del seminario. Da questi luminari che giornalmente affrontano il  male cancro nelle persone, sono state fornite risposte e mostrato aspetti  e novità nella cura della malattia che tanto spaventa con una delicatezza e sensibilità tali da diffondere un messaggio di speranza e non più solo paura e preoccupazione, bensì anche un senso di benessere psicologico e di miglioramento psicofisico. Una tesi  che potrebbe apparire piuttosto surreale, ma che sicuramente ha un suo fondamento sulla diffusione delle malattie tumorali  è quella presentata dal De Falco, secondo cui una delle cause di sviluppo dei tumori  potrebbe essere collegata alla grande urbanizzazione del territorio e la sua relativa alterazione a causa della sovrappopolazione, al  consumo delle risorse, all’avvelenamento del territorio e anche a un incremento della malattia e perfino il crollo delle nascite.

Dove calano le nascite, spiega il professore, arriva una ondata di immigrati  per mantenere l’equilibrio territoriale creando un microcosmo del quale non si ha ancora conoscenza approfondita delle conseguenze che può avere a livello di scompensi sanitari.

“Se a valle c’è tutto questo – ha detto De Falco - bisogna attuare una serie di strategie per conoscere cosa  ognuno di noi può fare per salvare la pelle, mettendo in atto una serie di cose prima che sia troppo tardi”.

La  dottoressa  Pacilio ha rilevato che sono aumentate le diagnosi precoci nel settore del tumore alla mammella che portano a salvare molte persone. “Prendere per tempo – afferma - anche un tumore piccolo significa poter guarire perché lo si può curare. E’ dunque fondamentale la  sua diagnosi precoce”.

Le terapie a disposizione oggi sono tante e tanti sono i programmi nazionali di prevenzione che forniscono  una aspettativa di vita elevata e sono diminuiti gli effetti collaterali della malattia: la qualità della vita è diventata, se non ottima, almeno decente. Dunque a tutto c’è rimedio: l’importante è capire che bisogna curarsi.

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