Giovani e camorra: come evitarla e come si affronta. Sono stati questi i temi dell’incontro che gli alunni dell’istituto comprensivo “Parini – Rovigliano” di Torre Annunziata hanno avuto con il magistrato Catello Maresca.

Un incontro significativo, alla presenza di centinaia di ragazzi che ha rinforzato il concetto di legalità in rapporto al lavoro dei servitori dello stato. Il magistrato da anni lotta contro la camorra, rimettendoci la propria sicurezza, vivendo da tempo sotto scorta.

Catello Maresca è stato a lungo con gli alunni del Parini Rovigliano, parlando per tutta la giornata con loro: un incontro informale, lontano da telecamere e attenzioni, in cui numerose sono state le domande e gli argomenti affrontati.

Domande di carattere professionale, generale e privato: cosa significa vivere con la scorta, quando ha scelto di fare il magistrato, il ruolo delle donne nella malavita organizzata, perché la camorra si è spostata al nord, quali sono le sue origini, fino al Napoli: “Stravedo per il Napoli, di cui ne sono tifoso fin dalla prima volta che ho indossato la sua maglia”.

Successivamente, proiettato un docufilm, con un testo scritto dal giornalista Leandro Del Gaudio e dal magistrato stesso, prima di ascoltare un brano composto dai ragazzi e dalle ragazze della scuola, dal titolo “Un mondo migliore”, che ha vinto il premio “Arte e legalità”. Presente anche l’associazione dei genitori dell’istituto che hanno provveduto alla sistemazione logistica ed organizzato il buffet per i presenti all’evento. Donato come simbolo anche l’albero del bene e del male: un dono in cui si distinguono bene le foglie ed i frutti del bene e l’aridità del male, con la promessa di un “pronto ritorno”: il magistrato Catello Maresca ha detto che presto potrebbe ritornare a colloquio da questi ragazzi.

“Oltre a perseguitare coloro i quali hanno scelto una strada sbagliata – ha spiegato la dirigente scolastica Mariantonietta Zeppetella Del Sesto – sarebbe meglio che noi insegnassimo ai ragazzi di evitare di intraprendere un percorso diverso da quello della legalità. Noi siamo dalla parte dello Stato e penso che se anche noi riuscissimo a svolgere efficacemente il nostro lavoro, forse la magistratura lavorerebbe meglio”.

(foto: Mimmo Cirillo)


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