Torre Annunziata. Un nuovo stop a tutte le udienze civili fino al prossimo 18 novembre. Quelle comprese nel periodo di sospensione si rinviano d’ufficio. Le udienze penali continuano a trattarsi “regolarmente nei locali di via Vittorio Veneto”. E’ la sintesi dell’ennesimo decreto che oggi, per un trasloco a dir poco complicato nella nuova sede di via Margherita di Savoia, proroga a metà la sospensione dell’attività giudiziaria al giudice di pace di Torre Annunziata.

“Le operazioni di trasloco – così in una nota congiunta il Presidente del Tribunale oplontino Oscar Bobbio e la Coordinatrice degli Uffici Celeste Giliberti – iniziate il 2 novembre hanno bisogno di continuare a causa della complessità delle stesse”. Difficoltà dovute in buona sostanza alle migliaia di scartoffie e faldoni da trasportare. Carte e documenti ufficiali che prima si perdevano pure nei bagni. E’ già un gran bel passo avanti.

GLI AVVOCATI INSORGONO. Sempre più esasperati gli avvocati del Circondario (a Torre Annunziata si discutono pratiche prima distribuite tra Torre del Greco, Pompei, Gragnano e Castellammare di Stabia). L’Ordine oplontino ha già deciso all’unanimità, come riportato in un documento ufficiale sottoscritto il 27 ottobre al termine di una lunga riunione con le associazioni forensi cittadine, di chiamare in causa il Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone. “Questa è interruzione di un servizio pubblico essenziale e per carenza di organico” – l’ipotesi formulata dal Consiglio presieduto dall’avvocato Gennaro Torrese - .

Il Presidente, oggi, puntualizza: “Protestiamo non solo per i ritardi, si tratta pur sempre di un trasloco complicato – il suo commento -  . La nostra nota al Prefetto sottolinea l’assoluta assenza di personale per una riforma a costo zero, compiuta nella totale inerzia del Ministero. Al giudice di pace operano 26 magistrati e pochissimi cancellieri. Così non si lavora”. La speranza dei legali di Torre Annunziata è che il Prefetto di Napoli convochi al più presto una conferenza di servizi sul tema. Tavola rotonda aperta a tutti gli enti pubblici territoriali. Comune compreso.

PROTESTANO ANCHE I DIPENDENTI. Il caos è generale. Lo sottolineano anche alcuni dipendenti e diversi cancellieri addetti al giudice di pace. Lavoratori che oggi invocano l’ASL e più penetranti controlli sanitari nella nuova sede di via Margherita di Savoia. Locali, per alcuni, “non ancora pronti, non a norma, sporchissimi. Ieri ci siamo entrati per la prima volta. Erano in condizioni igieniche pessime”.

Nella emblematica foto, una fase del trasloco ancora in corso in via Vittorio Veneto

      

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