Cosa doveva fare un temo un utente medio, quindi non un operatore finanziario, che avesse voluto investire sui mercati? Il primo step era quello di recarsi da un intermediario fisico, che fosse una banca o altro, e acquisire informazioni sui prodotti disponibili, sulle modalità di acquisto ecc…
In sostanza ci si doveva affidare in toto ad un soggetto esterno che prendesse in mano le redini muovendo i soldi al posto del cliente. Un concetto che è stato oggi superato parzialmente, nel senso che quell’impostazione esiste ancora ma non è la sola, soppiantato nella testa di molti investitori da un altro modo di operare. Il tutto nasce in seno ad un concetto diffuso da qualche anno e che risponde al nome di trading online.

Investire da soli sfruttando il web, né più né meno; questa la definizione nuda e cruda di un concetto importato dal mondo economico statunitense e che negli anni è cresciuto in modo esponenziale. Il tutto è viaggiato su due binari paralleli: la nascita di strumenti finanziari, veri e propri asset di investimento, che potevano essere fruiti esclusivamente tramite web; e la contemporanea invasione di strumenti, i broker virtuali, che offrivano i, mezzi per poter operare su questi mercati.

Un mix di fattori che ha segnato la nascita degli investimenti in rete; per quanto riguarda il primo aspetto, quello dei prodotti nati in rete, si pensi ai mercati delle monete virtuali, le note criptovalute; o al forex, il mercato dove avviene lo scambio delle valute estere. In parallelo hanno iniziato a proliferare piattaforme specializzate in ciascuno di questi strumenti: ecco allora che sono nati broker per investire nel forex;  piattaforma specializzate in strumenti derivati; altre riferite proprio alle criptovalute; ed infine, broker focalizzati sul mondo degli investimenti in Borsa tramite la rete. Si perché grazie al trading online è possibile oggi accedere finanche al mercato delle azioni in modalità virtuale, quindi operare in Borsa in modo assolutamente autonomo utilizzando un terminale remoto.

Con la deflagrazione del mercato degli intermediari 2.0, broker moderni e non più fisici, si è assistito anche alla comparsa di operatori che non rispettano i requisiti di legge per poter offrire servizi di intermediazione. E non poteva essere altrimenti vista la grandezza del mercato e l’ampia richiesta. Dove ci sono soldi prolifera sempre l’illegalità.

Ecco allora che chi volesse investire in rete utilizzando un broker online deve prima di tutte seguire le best practices legate alla scelta della piattaforma, andando a scoprire prima di tutto se quel soggetto ha la licenza per poter operare in veste di intermediario. Il minimo che si può fare per operare con un po’ di sicurezza sui mercati virtuali.

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