Goletta Verde ha diramato numeri allarmanti sul monitoraggio del litorale della Regione Campania. Ben 14 campioni sui 20 analizzati delle coste risultano avere parametri “fuori legge”.

I dati sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la Stazione Marittima di Napoli, alla presenza del vice Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, del Responsabile Scientifico Legambiente Campania Giancarlo Chiavazzo e del Direttore Strategie Comunicazione e Sistemi del COOU Antonio Mastrostefano.

Il monitoraggio è stato eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente, l’altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).

È la costa della provincia di Napoli a presentare le maggiori criticità, nel partenopeo ricadono infatti 7 dei 12 punti regionali classificati come fortemente inquinati dai biologi della Goletta Verde di Legambiente. Andando nello specifico delle zone, a Napoli, precisamente a San Giovanni a Teduccio, presso la Foce del Volla; a Pozzuoli, presso la foce Licola; a Cuma; ad Ercolano presso l’ex Bagno Risorgimento e presso la Foce Lagno Vesuviano; a Castellamare di Stabia presso la Foce Sarno e sul Lungomare.

Passando al Salernitano, a Salerno città è “fuori legge” il Lungomare Tafuri presso la foce dell’Irno; a Battipaglia, presso lo scarico Idrovora; a Pontecagnano, sulla Litoranea Magazzeno; a Capaccio/Eboli presso la Foce del Sele; a Castellabate, in località Ogliastro Marina.

Nel casertano, due sono i punti critici certificati: a Mondragone, presso la Foce torrente Savone; ed a Castelvolturno, presso la Foce Regi Lagni.

Altro dato importante è rappresentato dalla temperatura dell’acqua, due gradi sopra la media dei 26°, che ha provocato la presenza di mucillagine nel Golfo di Napoli così come in altri tratti costieri.

“I dati – ha dichiarato Michele Buonomo, presidente di  Legambiente Campania - evidenziano un sistema di depurazione ancora inefficace. La Campania è purtroppo vittima di un numero impressionante di reati ed illegalità protratti ai danni del mare. La Regione deve svolgere un ruolo guida nel supportare gli Enti preposti  agli accertamenti e le Amministrazioni locali nel ripristino della legalità, per sanare le carenze e risolvere criticità consentendo di svolgere l’importante compito di tutelare l’integrità ambientale e la salute di cittadini e turisti. Il nostro appello va alla Regione affinché non solo dia una vera svolta alla realizzazione dei Servizi Idrici, tra cui quelli depurativi, ma avvii anche una decisa azione di potenziamento dell’ARPAC”.

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