Si svolgeranno domani, negli uffici della Procura di Torre Annunziata, le copie forensi dei dispositivi (telefono cellulare e computer) appartenenti al giovane di appena 13 anni precipitato nel vuoto e morto, a Gragnano, lo scorso primo settembre. Alle operazioni, delegate dagli inquirenti a un consulente, assisterà anche un perito nominato dai due legali dalla famiglia della giovanissima vittima, gli avvocati Mario D'Apuzzo e Giulio Pepe.

Si tratta di accertamenti ritenuti particolarmente importanti in quanto sono stati proprio i messaggi trovati su una chat a spingere gli investigatori a ipotizzare il reato di istigazione al suicidio nei confronti di sei giovanissimi (tra cui figurerebbe la ex fidanzatina del 13enne), alcuni risultati imparentati tra loro.

Inizialmente, infatti, si era ritenuto che la morte del ragazzo fosse stata causata da un incidente domestico: secondo una prima ipotesi, infatti, il 13enne, che, come riferisce uno degli avvocati, non aveva mai manifestato disagi alla famiglia, sarebbe caduto nel vuoto dal quarto piano del palazzo dove abitava mentre cercava di sistemare una antenna.

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