“Se allevi conigli non puoi pretendere leoni”. Rinviato a giudizio A.B., l’istruttore coordinatore delle Attività Sportive della Scuola Ufficiale dei Carabinieri che scrisse questa frase e la pubblicò sul proprio profilo Linkedin per commentare la morte di Alessandro Cascone, il ragazzino di 13 anni precipitato dalla finestra della stanza della sua abitazione il 1 settembre 2022 a Gragnano.

“Un ragazzino si suicida – queste le frasi incriminate, ora cancellate – e psicoterapeutici sproloquiano in tv sul fatto che le parole sono armi e che c'entra il bullismo… senza pensare che se allevi conigli non puoi pretendere leoni… e che magari la colpa è quindi di chi non ha saputo far crescere adeguatamente quel ragazzino… il problema con un bullo si risolve, da sempre, dimostrandogli che non hai paura di lui…".

Parole che suscitarono immediata indignazione, sia tra i cittadini che tra le istituzioni. L’Arma dei Carabinieri si dissociò immediatamente dalle affermazioni dell’ufficiale, avviando nei suoi confronti un procedimento disciplinare. Ora, a distanza di oltre due anni dalla tragedia, il militare dovrà rispondere in aula delle sue dichiarazioni.

Il caso di Alessandro Cascone, vittima di cyberbullismo e stalking, ha acceso un ampio dibattito sulla responsabilità educativa e sul peso delle parole, soprattutto quando a pronunciarle è un rappresentante delle forze dell’ordine. La comunità di Gragnano, ancora profondamente segnata dalla perdita del giovane, continua a mantenere alta l’attenzione sulla necessità di contrastare il fenomeno del bullismo, affinché tragedie simili non si ripetano.

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