Il peggio è passato. Ma la paura che possa accadere di nuovo, magari con ancora più violenza, è ancora tanta. Si legge in faccia la paura che provano i residenti di via Sanzano e di via Piana. Dopo gli incendi e le frane che hanno devastato il Monte Pendolo, in tanti a Gragnano sono preoccupati per quello che potrà avvenire a inverno inoltrato, quando le piogge incalzeranno.

Da quella sera di qualche giorno fa, quando si sono trovati a spalare la strada a mani nude, è riemersa la preoccupazione di nuove frane che possano mettere seriamente in pericolo la loro vita.

“Con le prossime piogge si possono verificare fenomeni simili a quanto accaduto nei giorni scorsi – afferma Andrea, uno dei residenti della zona -. Speriamo che prima che venga l’inverno, l’amministrazione comunale e gli enti preposti si attivino per mettere in sicurezza la montagna e vivere un po' più tranquilli”.

Il vecchio sistema di canalizzazione delle acque, con l’incendio dell’11 agosto scorso è andato quasi distrutto. Occorre recuperarlo per prevenire altri disastri, evitando di mettere in pericolo i residenti della zona. Una delegazione nei giorni scorsi è stata ricevuta dal sindaco Nello D'Auria. A loro è stata mostrata vicinanza e un supporto psicologico, per rassicurarli e far sentire loro di non essere soli. “So che in tanti si stanno attivando per cercare altre case in cui andare – continua Andrea – ma abbiamo bisogno anche che il comune ci aiuti e si faccia carico di trovare una sistemazione, anche temporanea, finché non sia stata messa in sicurezza la montagna. Se dovessere esserci altre emergenze, io vado via. Non possiamo restare qui, è troppo pericoloso”.

Ma nel frattempo chi abita da quelle parti ha paura. “Adesso, appena vediamo nuvole e un po’ d’acqua abbiamo paura. Non possiamo andare avanti così”, ha commentato preoccupata, Rachele, una donna che vive e lavora la terra proprio sulle colline del Monte Pendolo. “I lavori sono stati fatti in passato, ma non c’è manutenzione. E ora con l’incendio il sistema di canalizzazione è andato distrutto e l’acqua non trova più il suo cammino. Abbiamo paura che possa accadere di nuovo da un momento all’altro. Io non ho una casa in cui andare se dovessero esserci altre emergenze. Non possiamo convivere con questo terrore addosso”.

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La frana